"Irene e Frida", di Simona Cleopazzo Irene e Frida, due “donne parallele”, quelle raccontate da Simona Cleopazzo, con una scrittura di precisione che mescola dubbi e moti dell’animo, dove l’esattezza geometrica delle passioni e il disincanto svelano il cambiamento. L’esistenza di Irene è nel suo diario, scandita dalle incombenze quotidiane, il lavoro in banca, la vicinanza al marito, imprenditore a capo dell’azienda di famiglia, l’amore per il figlio Nicola. Quando Paolo sarà coinvolto in uno scandalo di corruzione, tra i due si aprirà un precipizio.
“E questa storia delle mazzette da dove salta fuori?
E l’amore dove si è nascosto?”
Nel suo diario la donna acquisisce la consapevolezza di una vita al margine, una costruzione fatta di menzogne che vengono alla luce. La reazione non si fa attendere, e se lo scandalo non turberà la routine sociale di Paolo, l’uomo non potrà nulla di fronte a una rivoluzione silenziosa e profonda, quella di Irene. Frida Mite è una studentessa, trentenne, che attraversa la vita ‘scoprendola’ ogni giorno; inviata di un quotidiano locale, conoscerà Lorenzo, avvocato di un ragazzo che è stato arrestato e del quale dovrà raccontare la storia. Annota su un diario ciò che le accade, la vita con le amiche e coinquiline, gli incontri casuali, le emozioni rubate.
“Solo un lieve bacio. Un libro infilato nella mia borsa, clandestino”
Simona Cleopazzo, nata nel 1972, madre di tre figlie (Micol, Caterina e Alice), vive a Lecce. Dagli anni Novanta lavora nel terzo settore, a Bologna e Lecce. Nel 2003 ha dato vita alla L.I.L.A./Lecce. Scrive e cura progetti culturali. Con Ammirato Culture House è referente per le attività di promozione della lettura, attiva nel gruppo “Orti di guerra”, volontaria della “piccola biblioteca”. Cura il festival cinematografico “Alice e le altre” e un laboratorio di scrittura sui “diari”. Nel 2012 ha pubblicato il suo primo romanzo “Tre noci moscate nella dote della sposa” (Lupo Editore).
“Senza pelle”, di Isabella Lorusso
Da Ostuni a Barcellona, da Mosca a Lima, da Sarajevo a Cuzco la protagonista intraprende un viaggio che ci porta ad esplorare universi affascinanti, duri e, spesso, sconosciuti. Discriminata come donna e come ribelle ci costringe a vedere cose che non sempre avremmo voglia di vedere ma poi decidiamo di seguirla, ci tuffiamo nel mondo senza inibizioni e senza pregiudizi e ci scopriamo ad amare e ad amarci senza nulla che ci protegga, persino senza la nostra pelle.
Isabella Lorusso, originaria di Ostuni, appassionata di ricerca storica e scrittura, è autrice di libri, romanzi, racconti e libri di ricerca, “Donne contro” (CSA, 2014), “T1/3 Storia di un femminicidio” (2013, Ibiskos), “Okotongo” (Ibiskos, 2012), “Spagna '36. Voci dal POUM” (Ibiskos, 2010).
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