"La Guerra dei 12 Giorni è finita": Trump annuncia il cessate il fuoco tra Iran e Israele


Colpite basi nucleari, missili su Tel Aviv, attacco USA e ritorsioni simboliche: le tappe di un conflitto lampo che ha riportato il Medio Oriente sull’orlo del baratro

25 giugno 2025 — Con parole che riecheggiano la storia, Donald Trump ha annunciato la fine della cosiddetta “Guerra dei 12 Giorni”, il sanguinoso e velocissimo conflitto tra Israele e Iran che ha minacciato di infiammare definitivamente il Medio Oriente. Una guerra breve ma violentissima, scatenata dal sospetto israeliano che Teheran fosse ormai a un passo dal possedere l’arma atomica. "È finita", ha dichiarato Trump, promettendo al mondo un "cessate il fuoco completo e totale".

L’attacco iniziale: “Operazione Leone Nascente”

Tutto ha avuto inizio il 13 giugno, quando circa 200 aerei israeliani hanno lanciato un attacco massiccio su 100 obiettivi in Iran, colpendo sei città – inclusa Teheran – e distruggendo l’impianto nucleare di Natanz. L’azione è stata accompagnata da operazioni sotto copertura del Mossad e da sabotaggi mirati. Tra le vittime, anche il capo di stato maggiore iraniano e numerosi vertici dei pasdaran.

La risposta iraniana: droni e missili su Israele

Teheran ha reagito dichiarando lo stato di guerra. Decine di droni e missili sono stati lanciati verso Israele, colpendo città come Tel Aviv, Haifa e Beer Sheva. Quest’ultima ha vissuto uno degli episodi più tragici, con un ospedale centrato da un missile e numerose vittime civili.

Il conflitto si allarga: attacchi reciproci, allerta in Medio Oriente

Nei giorni successivi, Israele ha intensificato i bombardamenti su infrastrutture nucleari e militari iraniane, eliminando scienziati e alti ufficiali. Teheran ha risposto con attacchi continui, riuscendo in alcuni casi a bucare il sistema di difesa israeliano Iron Dome. La popolazione israeliana ha vissuto giorni nei rifugi, tra allarmi e devastazioni.

Salta la diplomazia, entra in gioco Washington

I negoziati sul nucleare tra Iran e USA sono stati ufficialmente sospesi. Il 22 giugno, Donald Trump ha confermato l’intervento americano: "Abbiamo colpito con successo Fordow, Natanz e Isfahan". Due giorni dopo, Teheran ha lanciato una risposta simbolica contro una base USA in Qatar, senza provocare vittime.

La tregua (quasi) violata

La crisi sembrava rientrata quando Trump ha annunciato il cessate il fuoco. Tuttavia, la mattina successiva, Israele ha effettuato un attacco mirato a un radar a nord di Teheran, in risposta al lancio di due missili balistici iraniani. "Non sanno più cosa stanno facendo", ha commentato Trump, visibilmente irritato.

Le dichiarazioni di vittoria

Entrambe le nazioni hanno rivendicato la vittoria. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato di una "vittoria storica", affermando che l’intero programma nucleare iraniano è stato annientato e che "questa guerra sarà studiata da tutti gli eserciti del mondo".

Dall’altra parte, il nuovo presidente iraniano Massoud Pezeshkian ha celebrato "la fine di una guerra imposta" e "l’eroica resistenza della nazione iraniana", accusando Israele di provocazioni e aggressioni unilaterali.

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