Milano, 74 indagati per presunte irregolarità urbanistiche: coinvolto anche il sindaco Sala

Milano, 17 luglio 2025 – Un’inchiesta giudiziaria di vasta portata sta scuotendo Palazzo Marino e l’intera amministrazione comunale milanese. Sono 74 gli indagati nell’indagine della Procura di Milano su una presunta “degenerazione della gestione urbanistica” della città, con ipotesi gravi che parlano di uffici pubblici “asserviti agli interessi di una cerchia ristretta ed elitaria”, piuttosto che al servizio del bene collettivo.

Le richieste di misure cautelari

La Procura ha avanzato sei richieste di misura cautelare. In particolare:

• Arresti domiciliari per l’imprenditore Manfredi Catella e per l’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, che si è detto disposto a dimettersi;

• Carcere per Giuseppe Marinoni e Alessandro Scandurra, rispettivamente presidente e vice della ormai disciolta Commissione per il Paesaggio, e per Federico Pella e Andrea Bezziccheri.

Gli interrogatori preventivi sono fissati per il 23 luglio, dopo i quali il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini dovrà decidere se accogliere integralmente, respingere o rimodulare le misure proposte.

Indagato anche il sindaco Sala

Tra gli indagati figura anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che lunedì prossimo sarà ascoltato in aula. La sua posizione è legata, tra le altre cose, all’intervento sulla controversa vicenda del Pirellino e sul parere finale favorevole – dopo varie resistenze – espresso dalla Commissione Paesaggio sul progetto della Torre Botanica firmato dall’architetto Stefano Boeri, anche lui finito nel registro degli indagati.

Secondo i pm, il presidente Marinoni sarebbe stato “privo di indipendenza, ricattabile e sensibile alle pressioni” esercitate da Sala, dall’assessore Tancredi, dal direttore generale del Comune Alberto Malangone, dall’imprenditore Catella e dallo stesso Boeri.

Un “piano ombra” e abusi nel partenariato pubblico-privato

L’inchiesta punta a far luce su un presunto piano urbanistico parallelo, definito “ombra”, che sarebbe stato ideato da Marinoni nel suo studio di architettura. Al centro, il dossier “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050”, redatto con il patrocinio gratuito del Comune ma ritenuto dalla Procura uno strumento per aggirare le regole e facilitare operazioni speculative su vasta scala.

Il piano, riferiscono gli inquirenti, prevedeva interventi edilizi in nove aree periferiche strategiche, al confine con i comuni dell’hinterland, favoriti tramite un uso distorto del Partenariato Pubblico-Privato (PPP). Questo meccanismo sarebbe stato giustificato da un presunto interesse sociale, ma utilizzato per sottrarsi alle procedure di evidenza pubblica previste per legge.

Perquisizioni e nuovi elementi in arrivo

L’indagine, che comprende anche filoni su Giovanni Oggioni e altri protagonisti della scena urbanistica milanese, potrebbe estendersi ulteriormente. Le recenti perquisizioni hanno portato al sequestro di pc, tablet, cellulari, mail e documenti cartacei, in particolare nei confronti dell’assessore Tancredi e degli altri soggetti coinvolti.

Gli inquirenti stanno ora analizzando i contenuti digitali raccolti, e gli esiti forensi potrebbero far salire ulteriormente il numero degli indagati.

Una scossa politica per Milano

L’inchiesta colpisce duramente il cuore politico e tecnico della macchina comunale milanese. In attesa delle decisioni del gip Fiorentini e dei futuri sviluppi investigativi, la città guarda con preoccupazione al possibile impatto sull’operato dell’amministrazione e sulle grandi partite urbanistiche ancora in corso.

Posta un commento

0 Commenti