Mandato esplorativo o Governo a "breve" per la Siria?

di NICOLA ZUCCARO - Quanto tempo Sergio Mattarella prenderà a propria disposizione per trovare una soluzione che sblocchi la formazione del nuovo Governo? All'indomani della chiusura del secondo giro di consultazioni conclusosi con un nulla di fatto e alla luce dell'attacco aereo sferrato da Usa, Gb e Francia alle 3 circa del 14 aprile 2018, l'interrogativo diventa ancor più incalzante, poiché posto non solo dall'opinione pubblica ma anche (e soprattutto) da alcuni esponenti della politica italiana.

In primis Paolo Romani (Forza Italia), che nelle ore successive all'iniziativa militare americana, ha richiesto un accorciamento dei tempi per la formazione di un Governo con pieni poteri, funzionale a garantire una posizione dell'Italia - ben definita - dinanzi alla crisi siriana e alle restanti tensioni internazionali.

Un buon motivo per sostenere che, alla luce del delicato quadro mondiale, l'affidamento di un mandato esplorativo ad un alto esponente istituzionale (da conferire, molto probabilmente al Presidente del Senato, Elisabetta Casellati) si rivelerebbe (il condizionale politico resta obbligatorio, in attesa di eventuali ribaltoni) ulteriormente inutile, all'indomani della seconda fumata nera levatasi dal Quirinale.

Ragione per l'accelerata anticipata dallo stesso Mattarella già nella mattinata del 13 aprile 2018, per uscire subito dalla situazione di stallo venutasi a creare con i veti incrociati fra Lega, Movimento 5 Stelle, Pd e centrodestra, possa essere ultimata, al fine di consentire la nascita (preceduta dall'affidamento dell'incarico da parte del Capo dello Stato) in tempi brevi di un Governo che governi, pur vincolato dall'emergenza internazionale e sostenuto da una larga maggioranza parlamentare. 

Posta un commento

0 Commenti