Crisi: si rischia la stagnazione secolare

"La crescita mondiale è molto più lenta del passato e delle attese. Le previsioni correnti per il PIL globale sono +3,2% nel 2015 e +3,6% nel 2016, molto distanti dal +5,1% medio annuo pre-crisi e potrebbero rivelarsi ottimistiche. Le cause sono: rallentamento demografico, minori investimenti, più debole dinamica della produttività. Occorrono politiche per rilanciare la domanda, favorire la spesa in R&S, procedere con le riforme strutturali, puntando sul manifatturiero, motore dello sviluppo". Lo afferma in una nota il Centro Studi di Confindustria.

"Appare via via più evidente che gli effetti della crisi economica sugli investimenti, del rallentamento demografico e del minore impatto stimato delle nuove tecnologie sulla produttività sono molto persistenti - spiega il Csc -. Ciò abbassa il sentiero di crescita dell’output potenziale, verso cui il PIL tende nel lungo periodo. Tanto che alcuni economisti parlano di 'stagnazione secolare'. Tuttavia, soprattutto nei paesi avanzati, un esito effettivo è possibile, ma dipende molto dal mix di interventi pubblici che verranno adottati per rilanciare la crescita e innalzare il tasso di sviluppo potenziale dell’economia. È fondamentale sostenere la domanda, soprattutto di investimenti; stimolare l’attività di ricerca e sviluppo; procedere con le riforme strutturali; adottare una vera politica industriale coerente con la riscoperta del ruolo centrale del manifatturiero".

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