Papa Francesco: "Dio perdona sempre, l’uomo a volte, la terra mai"

CITTA' DEL VATICANO. "Primo: rinunciare all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e agire anzitutto sulle cause strutturali della in equità. Secondo: adottare politiche economiche coraggiose per «la dignità della persona umana e il bene comune. Terzo: custodire la terra, che chiede rispetto e non violenza o peggio ancora arroganza da padroni, per consegnarla migliorata ai figli". 
Sono queste le tre raccomandazioni di Papa Francesco per l’evento "Le Idee di Expo 2015".
"In occasione della mia visita alla Fao ricordavo come, oltre all'interesse per la produzione, la disponibilità di cibo e l'accesso a esso, il cambiamento climatico, il commercio agricolo che sono questioni ispiratrici cruciali, la prima preoccupazione dev’essere la persona stessa, quanti mancano del cibo quotidiano e hanno smesso di pensare alla vita, ai rapporti familiari e sociali, e lottano solo per la sopravvivenza. C'è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l'uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi" ha dichiarato Papa Francesco.
"Ricordo nuovamente, come già fatto alla Fao" conclude Papa Francesco "una frase che ho sentito da un anziano contadino, molti anni fa: 'Dio perdona sempre, le offese, gli abusi; Dio sempre perdona. Gli uomini perdonano a volte. La terra non perdona mai. Custodire la sorella terra, la madre terra, affinché non risponda con la distruzione'. La terra ci è stata affidata perché possa essere per noi madre, capace di dare quanto necessario a ciascuno per vivere. Una volta ho sentito una cosa bella: la Terra non è un’eredità che noi abbiamo ricevuto dai nostri genitori, ma un prestito che fanno i nostri figli a noi, perché noi la custodiamo e la facciamo andare avanti e riportarla a loro. La terra è generosa e non fa mancare nulla a chi la custodisce. La terra, che è madre per tutti, chiede rispetto e non violenza o peggio ancora arroganza da padroni. Dobbiamo riportarla ai nostri figli migliorata, custodita, perché è stato un prestito che loro hanno fatto a noi".

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