Milan, pari e spettacolo a San Siro: un Diavolo rinato frena un'ottima Roma



Di Luca Losito. Nel giorno del suo compleanno, la rinascita. O quasi. Pari spettacolare a San Siro, persino stretto, per un Milan che sembra davvero aver messo definitivamente alle spalle i momenti peggiori contro l'ottima Roma di Garcia. Allegri, come sempre, trova tardi la quadratura del cerchio ad una squadra che ormai può puntare a ben poco in campionato, la speranza è dunque quella che riesca a stupire in Champions dove non più tardi di oggi gli è stato affibbiato l'avversario degli ottavi: l'Atlético Madrid di Simeone.

Il primo tempo è frizzante, scoppiettante e vede i capitolini partire col turbo: triangolazione che premia l'inserimento di Strootman, il quale offre un cioccolatino da spingere semplicemente in rete a Destro. L'1-0 non intimorisce i rossoneri, che tornano subito alla carica e dopo qualche tentativo impattano su calcio d'angolo: sponda di Muntari per Zapata, che schiaccia in rete di testa. I giallorossi non ci stanno e provano a riportarsi avanti, ma un gran Zapata si erge a baluardo della difesa rossonera. Si va al riposo sull'1-1.

Problemi fisici bloccano Abbiati, al suo posto Gabriel, il quale si rende subito protagonista in negativo: uscita inutile, sconsiderata e fallosa su Gervinho del portiere brasiliano, Strootman realizza senza sussulti il rigore giustamente assegnato. I rossoneri non si abbattono, anzi, continuano a caricare, pur confusamente. Alla lunga, questo atteggiamento, paga: Balotelli si districa in area romanista e serve Muntari, il quale realizza l'incredibile 2-2. San Siro esplode, vuole il sorpasso e le chance ci sarebbero pure: Balotelli sfiora il tris su punizione prima e in piena area poi. Il pareggio resiste, anche all'ultimissima folata giallorossa.

Spettacolare 2-2, gara bellissima, un vero piacere per gli esteti del calcio. Se non altro, in uno scenario deprimente con solo il Milan qualificato agli ottavi di Champions, la sfida di San Siro ha lanciato un sussulto benaugurante per il futuro del calcio italiano. Saperlo cogliere e convertirlo in qualcosa di concreto è un obbligo, soprattutto per chi tra qualche mese dovrà vedersela coi “Colchoneros” primi della classe nella Liga spagnola.

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