Cancellieri: "Mai mentito. Non lascio". E incassa fiducia dalla Camera

ROMA. L'Aula della Camera respinge la mozione di sfiducia di M5S nei confronti del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. I voti a favore sono stati 154, 405 i contrari. Tre deputati si sono astenuti.
Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha parlato alla Camera dopo l'illustrazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata da M5S. Prima dell'avvio dei lavori il Guardasigilli ha avuto un colloquio con il premier Enrico Letta e con il ministro dei rapporti con il Parlamento Dario Franceschini.
"Nel trasferimento di Giulia Ligresti ai domiciliari - ha detto Cancellieri - non c'è stata nessun inconsueto zelo né un'anomala tempestività, ma un'ordinaria attività di prevenzione che si è sviluppata in maniera autonoma. La mia comunicazione al Dap su Giulia Ligresti è analoga a quelle che io e altri dell'ufficio facciamo quasi quotidianamente sui detenuti, oltre cento negli ultimi mesi. Respingo con assoluta fermezza il sospetto - ha sostenuto - che esista una "giustizia di classe" che distingue fra "cittadini di serie A e B", fra "ricchi e poveri". I miei doveri di ministro e la mia coscienza non mi avrebbero consentito di comportarmi in questo caso diversamente da come mi sono comportata" nel caso di Giulia Ligresti. Si è sostenuto che io abbia omesso di riferire circostanze rilevanti al pm di Torino e che avrei taciuto di una terza telefonata. Non vi è stata da parte mia nessuna omissione" davanti al pm. Non ho mentito - prosegue Cancellieri - né al Parlamento né ai magistrati. E neppure sulla mia amicizia con Antonino Ligresti, che nel processo relativo alla Fonsai non è stato mai indagato e che non ha alcun rapporto di affari" con il fratello Salvatore Ligresti. Non nascondo - ha concluso -di aver avuto difficoltà a comprendere confini e contenute delle contestazioni che mi vengono mosse, tutto quello che mi viene contestato è smentito dai fatti e dalla magistratura" alla quale ho sempre ribadito piena fiducia". Cancellieri ricordando che non è mai "mancato il continuo sostegno del Presidente del Consiglio e degli altri colleghi" e ammette di provare "amarezza" perché nella la vicenda Ligresti "è stato toccato il mio onore e quello della mia famiglia".
Prima dell'avvio dei lavori il Guardasigilli ha avuto un colloquio con il premier Enrico Letta e con il ministro dei rapporti con il Parlamento Dario Franceschini.
"Non si tratta di problema giudiziario o procedurale - dice Tancredi Turco del M5S illustrando la mozione di sfiducia d - il nodo è politico e verte sul concetto di giustizia, che deve essere uguale per tutti: ricchi e poveri, amici di famiglia e sconosciuti. Lei non può promettere un impegno personale ad amici suoi nè di dire così non è giusto andando ad inficiare l'operato di magistrati".
En attendant l'assemblea dei gruppi Pd, che stasera decideranno sul voto alla mozione di sfiducia del M5s al ministro della Giustizia Cancellieri, il sindaco di Firenze in pressing perché la guardasigilli lasci l'incarico 'indipendentemente dall'avviso di garanzia', dice. Diversamente, aggiunge, 'qualsiasi posizione sulla riforma della giustizia sconterebbe la diffidenza di molti italiani'. E spiega la sua posizione: 'Se cambia il ministro della Giustizia il Governo Letta è più forte, non più debole'. Leader Lega Maroni: ministro incompatibile, sì alla sfiducia.
L'assemblea del gruppo del Pd è posticipata alle 21 per consentire al presidente Letta, ora in Sardegna, di partecipare. Lo si apprende da fonti parlamentari del Pd.
''Sarebbe più logico fare come in tutti i Paesi civili, dimettersi prima del voto di sfiducia''. Lo ha ribadito Matteo Renzi, sindaco di Firenze e candidato alla segreteria del Pd, sulla vicenda del ministro Cancellieri. ''Se fossi in Parlamento chiederei al mio gruppo di votare per le dimissioni'', ha spiegato a Radio Capital, affermando che Cancellieri ''non si deve dimettere perché ha ricevuto o no un avviso di garanzia'', ma perché ''ha perduto l'autorevolezza necessaria a esercitare la funzione di ministro''. ''Se cambia il ministro della Giustizia il Governo Letta è più forte, non più debole'': ha scritto nella sua enews Renzi. ''Se Cancellieri non si dimette - ha aggiunto Renzi - , il gruppo del Pd si riunirà. Spero che nel gruppo si voti, in modo palese, con ciascun parlamentare che esprime la sua opinione spiegandola ai colleghi e agli elettori. Abbiamo molti parlamentari capaci: sono certo che non avranno paura delle loro idee''. Dopodiché, scrive il sindaco di Firenze, ''siccome siamo un partito e non un'accozzaglia di gente, tutto il gruppo vota secondo le indicazioni della maggioranza. Se fossi segretario chiederei di partecipare alla discussione. Non lo sono, almeno per il momento e non sono parlamentare: dunque non ho titolo per esserci. Io so cosa rischia il Pd in termini di distacco dal Paese e dall'opinione pubblica. Ma non ne faccio una questione di convenienza elettorale: ne faccio una questione di prestigio delle Istituzioni. Dobbiamo recuperare la fiducia delle persone nel fatto che in Italia le regole valgono per tutti e non solo per gli amici degli amici: questa è una bella occasione per dare un segnale''. ''Cancellieri - ha scritto ancora Renzi - dice ai giornali: se ci fosse stato il vecchio Pd mi avrebbe difeso. Non so. Io spero che ci sia un Pd nuovo. E lo spero per l'Italia, non per Cancellieri''. "Sono per le dimissioni indipendentemente dall'avviso di garanzia o meno", ha scriito ancora. Secondo il sindaco di Firenze la vicenda che riguarda Cancellieri "non è un problema giudiziario" ma "un problema politico", perché il caso Ligresti "ha minato l'autorevolezza istituzionale e l'idea di imparzialità".

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