Primo Maggio nel segno della sicurezza sul lavoro. Landini: “Pronti alla mobilitazione se non arriveranno risposte”


ROMA – Un Primo Maggio segnato dalla richiesta di diritti, sicurezza e salari dignitosi. Le manifestazioni nazionali unitarie promosse da Cgil, Cisl e Uil si sono svolte quest’anno in tre luoghi simbolici: Roma, Casteldaccia (Palermo) e Montemurlo (Prato), per ricordare tragedie recenti e chiedere soluzioni concrete.

A Roma, al corteo principale, è intervenuto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini: “Chiediamo che il governo risolva i problemi veri del Paese, a partire dalla sicurezza nei luoghi di lavoro. Se non arriveranno risposte, siamo pronti alla mobilitazione”.

A Casteldaccia, luogo della strage in cui morirono cinque operai in un cantiere fognario, la segretaria della Cisl Daniela Fumarola ha rilanciato: “Abbiamo proposto un patto per il futuro. Solo così potremo rimettere in cammino l’Italia verso una nuova prospettiva di sviluppo e giustizia sociale”.

A Montemurlo, nel ricordo di Luana D’Orazio, morta a soli 22 anni in una fabbrica tessile, il segretario Uil Pierpaolo Bombardieri ha affermato: “Non possiamo accettare che accada tutto questo in un Paese civile. La sicurezza sul lavoro deve diventare una vera priorità”.

A Milano hanno sfilato i sindacati di base, mentre nella Capitale è andato in scena il tradizionale Concertone. Musica e impegno anche a Taranto, con l’edizione 2025 dell’Uno Maggio Libero e Pensante.

La giornata è stata segnata anche dal confronto politico. La premier Giorgia Meloni ha dichiarato che “i salari reali crescono, in controtendenza con il passato”, annunciando altri 650 milioni di euro per la sicurezza sul lavoro. “Con i 600 milioni già stanziati – ha detto – superiamo 1,2 miliardi di risorse”.

Ma dalle opposizioni è arrivata una dura replica. “Meloni mente raccontando un Paese che non esiste”, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, accusando il governo di non affrontare in modo strutturale le emergenze sociali e occupazionali.

Un Primo Maggio, dunque, segnato da parole forti, memoria e battaglie ancora aperte.

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