Gaza / Gerusalemme – La diffusione di immagini drammatiche degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, visibilmente emaciati e provati, ha scosso l’opinione pubblica internazionale, sovrapponendosi alle notizie di nuove stragi di civili palestinesi uccisi mentre tentavano di ottenere cibo e aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
Una sovrapposizione di sofferenze che riaccende il dibattito sull’emergenza umanitaria e la necessità urgente di un accesso stabile e sicuro agli aiuti per entrambe le popolazioni coinvolte nel conflitto.
Netanyahu: “La Croce Rossa intervenga subito sugli ostaggi”
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rivolto un appello diretto alla Croce Rossa Internazionale, chiedendo che l’organizzazione fornisca cibo, cure mediche e supporto umanitario immediato agli ostaggi detenuti a Gaza.
Parallelamente, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar ha richiesto una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che potrebbe tenersi già domani, per affrontare il tema degli ostaggi e della loro condizione.
Hamas: “Pronti a collaborare se Israele apre i corridoi umanitari”
Hamas ha replicato dichiarandosi “pronta a impegnarsi a rispondere a qualsiasi richiesta della Croce Rossa per portare cibo e medicine agli ostaggi”, ma ha posto una condizione chiara: Israele dovrebbe garantire l’apertura permanente dei corridoi umanitari verso la Striscia, finora aperti solo a intermittenza.
ONU: solo il 10% degli aiuti raggiunge la popolazione
Secondo gli ultimi dati forniti dalle Nazioni Unite, da maggio a oggi solo il 10% degli aiuti umanitari destinati alla popolazione palestinese è effettivamente riuscito a raggiungere i civili, a causa delle difficoltà logistiche, dei controlli israeliani e delle ostilità in corso.
La situazione appare sempre più insostenibile: da un lato gli ostaggi israeliani che versano in condizioni critiche, dall’altro centinaia di migliaia di palestinesi ridotti alla fame e costretti a rischiare la vita per un sacco di farina o una bottiglia d’acqua.
L’emergenza nella Striscia di Gaza si profila come una delle peggiori crisi umanitarie del conflitto israelo-palestinese, e la comunità internazionale è ora chiamata a un intervento deciso, non più rinviabile.
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