Donne e calvizie: in libreria "Camminando a testa scalza" di Dalila Giglio


ROMA
- Alopecia areata, disagi, smarrimenti e capacità di rialzarsi da un baratro dello stigma, innanzitutto sociale ma anche estetico, di soffrire di una patologia così invadente in quanto donna. Così Dalila Giglio, articolista e insegnante per stranieri, con il suo libro "Camminando a testa scalza" pone al centro un problema di cui, nel periodo in cui viviamo, continuano a soffrire migliaia di persone, donne e uomini che assistono a un inesorabile e inevitabile perdita di capelli, con tutte le conseguenze del caso.

Un argomento osteggiato, invisibile, relegato a un "problema da maschi" che però, nel momento in cui si presenta su una donna, diventa motivo di stigma e disagio. Sono queste le premesse che fanno nascere l’opera di Dalila, che dalla sua esperienza ha voluto trarre un racconto, un appiglio per tutte coloro che si ritrovano ad affrontare una patologia autoimmune e che, nonostante i progressi della medicina, continua a non avere una soluzione definitiva.
"Camminando a testa scalza", edito da De Nigris Editori, è la storia di Dalila, che a soltanto ventun anni trova la sua prima chiazza glabra sul cuoio capelluto. Una storia potente, fatta di cambiamenti radicali, compromessi, scoperte riguardanti il modo di vivere in società e problemi nuovi, resi pressoché muti. Soltanto poche, sparute, personalità del mondo dello spettacolo hanno tentato in questi anni di aumentare la consapevolezza dell’alopecia areata come patologia autoimmune e invadente, come Jada Pinkett Smith, moglie di Will Smith e attivista nel campo della calvizie femminile. Non solo capelli, ma anche peluria del corpo: così inizia il viaggio di tutti, donne e uomini, nel convivere fianco a fianco con un nemico che non può essere sconfitto, ma semplicemente contrastato, accettato e infine accolto nella propria esistenza.
Dalila Giglio descrive il libro come "la voce di un vissuto traumatico, che riflette emozioni e desideri di tutti coloro che, come lei, sono affetti da questa patologia".
Un libro che è anche un’occasione per raccogliere fondi per l’Anaa, l’Associazione Nazionale per l’Alopecia Areata, organizzazione che si occupa di fare ricerca e sensibilizzazione sulla patologia, che al momento colpisce oltre il 2% della popolazione mondiale, con oltre 145 milioni di persone affette in tutto il mondo.
Quella di Dalila è infatti una storia che non descrive solo il suo, di vissuto, ma prende in considerazione davvero le esperienze comuni di chi viene colpito già in giovinezza dalla patologia, su cui ancora molti medici continuano a studiare e ricercare, applicando contromisure e tentando di prevenirla.
Una narrazione che cerca di disintossicare la visione che la società ha imposto a donne e uomini del proprio problema, spesso fonte di derisione e mancanze di rispetto anche profonde.
Edito da De Nigris Editore, il libro uscirà in libreria il 30 settembre, accompagnato dal supporto dell’associazione Anaa attraverso il Dott. Rizza, direttore scientifico dell’organizzazione, a cui andrà una parte del ricavato.
Per maggiori informazioni visitare il sito dell'editore www.denigriseditori.it.

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