Adriana Massino (intervista): "Molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele”

di PIERO CHIMENTI - Adriana Massino, una giovane imprenditrice di Torino bloccata a Parigi dalla pandemia, dove vive ormai da anni, dopo il suo percorso di studi tra Cambridge e la Sorbona, nel 2017 ha avviato la sua carriera da imprenditrice digitale, fondando nel 2017 la Vetolib, per poi far nascere nel 2019 Booking.vet e realizzare il 'sogno americano'.

Nella sua prima intervista al Giornale di Puglia, la Massino ci parla di come la Francia stia vivendo il Coronavirus e dei suoi progetti al termine del lockdown.

Come sta vivendo una ragazza lontana da casa questa quarantena?

"Vivo da sola all'estero da 9 anni e ho la fortuna di lavorare nel digitale: le mie abitudini quotidiane quindi sono cambiate relativamente poco. A Parigi ho una vita sociale attiva, ma purtroppo incontrare conoscenti non è consentito in questo periodo.

Certo le restrizioni sociali della quarantena non sono piacevoli, ma in generale tendo a focalizzarmi sugli aspetti positivi della vita. É il modo migliore per avanzare: ogni esperienza, per quanto complicata, può insegnare qualcosa e aprire nuove possibilità. Nello specifico, cerco di utilizzare il tempo dell'isolamento come un'opportunità per riflettere su nuovi progetti, studiare, leggere, fare passeggiate con il mio cane. Ho trovato un mio equilibrio.

Cicerone diceva che "se si possiede una biblioteca e un giardino, si ha tutto ciò che serve nella vita". Credo che questa frase, nella sua semplicità, riveli una verità autentica, dimenticata dalla cultura moderna del consumismo. La pandemia, in un certo senso, ci riporta alle basi, ci invita ad apprezzare l'essenziale della vita e così ci ricorda che la felicità è una dimensione della mente".

Vivi a Parigi ed hai studiato alla Sorbona e Cambridge. Come si diventa cittadini del mondo?

"Tra vent'anni sarai più deluso dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. Perciò molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele. Esplora. Sogna. Scopri.”

Questa frase di Mark Twain è stata una grande fonte di ispirazione per gli ultimi dieci anni della mia vita. Siamo tutti cittadini del mondo, ma sta a noi scegliere se e come esercitare questo bellissimo diritto. Nel mio caso, si tratta di un'esigenza legata alla mia personalità: sono curiosa, amo le sfide, e ho un bisogno continuo di nuovi stimoli. A 20 anni volevo viaggiare, scoprire nuove realtà, apprendere lingue straniere. Torino, la città in cui sono nata, mi andava stretta: purtroppo il declino economico, le opportunità lavorative limitate, i tagli alla cultura e all'istruzione hanno spinto me e molti miei coetanei a emigrare all'estero.

Quando nel 2011 vinsi una borsa per studiare un anno alla Sorbona, non esitai un attimo a partire. All'inizio non fu semplice: tutta la mia vita era in Italia, a Parigi non conoscevo nessuno e non parlavo nemmeno francese. Quell'esperienza fu determinante: alla fine dell'anno avevo imparato ad adattarmi, parlavo cinque lingue e mi laureai in filosofia con lode. Le competenze che avevo acquisito furono sicuramente indispensabili per integrare Cambridge, dove le selezioni sono particolarmente ardue".

Hai fondato booking.vet e vetolib.vet, ce ne vuoi parlare? Come sono nati questi progetti?

"Qualche anno fa stavo effettuando uno stage a Parigi. Un giorno avevo bisogno di un certificato medico per il lavoro, cercai online e trovai un sito che mi permise di prenotare rapidamente un appuntamento con un dottore.

Da sempre amo gli animali e ho una cagnolina, Margot. Così mi resi conto che non esisteva alcun servizio simile per i veterinari e i proprietari di animali: quindi nel 2017 fondai Vetolib, startup che permette di rispondere a questo problema. Dopo due anni e mezzo, la nostra piattaforma è una referenza nella ricerca locale di veterinari in Francia: quasi 1000 professionisti permettono a migliaia proprietari di animali di prenotare visite tramite il nostro sito.

Booking.vet, per ora, è una semplice estensione di Vetolib adattata al mercato americano, dove ho recentemente creato una nuova società. Da qualche mese, faccio la spola tra l'Europa e l'America per sviluppare questo nuovo progetto. Ad aprile sarei dovuta partire in Texas per una fiera, a maggio a New York per un altro convegno. Purtroppo questi eventi sono stati annullati a causa del Covid".

La Francia come sta vivendo questa pandemia? E come vede l'Italia?

"La Francia è in quarantena, ma sembra che ci sia più elasticità e tolleranza nella gestione della crisi rispetto all'Italia: qui si cerca di favorire un "giusto equilibrio" tra esigenze sanitarie e benessere sociale. Personalmente mi sento più affine a questa posizione rispetto alle misure italiane; sono convinta infatti che la sanità debba essere al servizio del benessere collettivo, inteso come valore non solo medico-sanitario, ma anche psico-sociale.

Per esempio, ai cittadini francesi sono state concesse 48 ore per prepararsi ad affrontare la quarantena: così molte famiglie hanno potuto spostarsi in residenze secondarie, dove lo spazio a disposizione è maggiore. C'è meno rigidità anche per quanto riguarda la possibilità di lasciare la propria abitazione: lo sport è autorizzato in strada dopo le ore 19, sono consentite passeggiate di un'ora con il proprio animale domestico. Da pochi giorni è stata anche riattivata la possibilità di recarsi nei canili per adottare animali, al fine di evitare il sovraffollamento delle strutture. Inoltre, è permesso spostarsi per il Paese per rendere visita a malati in condizioni gravi o terminali.

Per quanto riguarda la percezione dell'Italia, ci sono stati diversi punti di vista e varie fasi. Credo che questo sia dovuto anche alle modalità di comunicazione e alle immagini trasmesse dai media in merito al nostro Paese: ospedali sovraffollati, città fantasma, camion militari che trasportavano migliaia di corpi verso i centri di cremazione. Insomma, qualche settimana fa l'Italia era raffigurata come un paese alienato, in stato di guerra, con un sistema sanitario al collasso.

Inizialmente, l'opinione pubblica francese si schierò in due categorie principali: c'era chi criticava l'Italia per la diffusione rapida del Covid e chi, al contrario, disapprovava le scelte di Macron, giudicato poco responsabile per non avere messo in atto immediatamente misure rigide come quelle italiane.

Oggi credo che la comprensione del problema sia unanime, si è capito che il Covid è una questione globale. D'altronde la Francia è uno dei paesi più severamente colpiti dalla pandemia, con un numero di contagi e di decessi quasi equivalente a quello italiano".

Finita la quarantena, quali sono i progetti futuri?

"Sicuramente la prima cosa che farò sarà tornare in Italia per rivedere la mia famiglia e i miei amici. Quest'estate ho tre fiere previste in America per Booking.vet: due ad agosto, in California e nel Kansas; l'altra a settembre, in Florida. Tuttavia, non è ancora certo se questi eventi si potranno tenere, né se le frontiere americane saranno riaperte a breve.

A lungo termine, mi piacerebbe creare nuovi progetti anche in settori che mi sono meno familiari, per esplorare nuove realtà: magari in Italia, se capiterà l'opportunità giusta. Amo il nostro Paese e l'esperienza all'estero mi ha sicuramente insegnato ad apprezzarlo con maggiore autenticità nel suo fascino storico-culturale, la sua bellezza antica e l'ospitalità del nostro popolo".

CONTACTS:

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