Governo istituzionale o subito al voto?

di NICOLA ZUCCARO - "Non ci sono stati progressi nel confronto tra i vari partiti per la formazione di un nuovo governo e valuterò nei prossimi giorni, come uscire da questa situazione di stallo". Sono da poco passate le 12.40 di venerdì 13 aprile e Sergio Mattarella, al termine della 2 giorni di consultazioni, conferma dopo i silenzi stampa dei Presidenti delle Camere Fico e Casellati, unitamente al panegirico di Giorgio Napolitano - dal quale trapelava una situazione in alto mare - che anche il secondo giro di consultazioni è terminato con un nulla di fatto.

Il cerino, dunque, torna ora nelle mani delle principali forze politiche, chiamate ad una prova di responsabilità, dinanzi al Paese, per evitare un immediato ritorno alle urne. Una prospettiva più volte paventata in questi ultimi giorni e che potrebbe essere scongiurata con la proposta da parte dello stesso Mattarella di un "Esecutivo del Presidente" composto da personalità a lui "vicine", funzionale per la tenuta dei conti pubblici (in vista del Dpef) e per l'introduzione nel Rosatellum del premio di maggioranza. Interventi di somma urgenza che, una volta portati a termine, consentirebbero di tornare al voto entro la fine del 2018. 

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