Rosatellum: al Senato fiducia tra le proteste

ROMA - La legge elettorale approda nell'aula di Palazzo Madama tra le proteste della sinistra, di Mdp e del Movimento 5 Stelle che abbandonano i lavori della commissione Affari Costituzionali che, uno dopo l’altro, col parere negativo di relatore e governo, boccia gli emendamenti presentati al testo.

“E’ impensabile affrontare venti/quaranta voti segreti”, ha dichiarato il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Luciano Pizzatti ai giornalisti che prima di entrare in Commissione gli chiedevano se il governo porrà la questione di fiducia sul Rosatellum. “E’ già autorizzata – ha osservato – la decisione è solo politica”.

Sono stati tre alla Camera i voti di fiducia, a palazzo Madama potrebbero arrivare a sei, uno per ogni articolo del testo. In teoria l'unico rischio da evitare sarebbe quello della mancanza del numero legale.

Doris Lo Moro, Mdp, parla di “forzatura” davanti alla quale “c’è stata una reazione comune delle opposizioni anche se non abbiamo tutti la stessa idea di legge elettorale. Il copione è già scritto. L’esito è scontato e noi non vogliamo dare l’alibi di dire che tutto si è svolto in maniera regolare”.

“Dopo aver fatto il massimo sforzo per motivare i nostri emendamenti, abbiamo capito che non ci sono margini di modifica. Prima di iniziare i lavori il sottosegretario Pizzetti ha detto fuori dalla Commissione che il governo è pronto a mettere la fiducia per evitare i voti segreti. Siamo alla farsa”, ha detto Loredana De Petris, senatrice di Si, abbandonando i lavori della commissione. Per Sergio Endrizzi, M5s, “il tempo prevale sulla qualità del dibattito. Hanno paura del voto in Sicilia e vogliono approvare la legge elettorale prima di scadere come un attimo mozzarella acida”. 

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