“Il nostro splendido bambino se n’è andato”: il tragico annuncio dei genitori di Charlie Gard

di BEATRICE GALLUZZO - Una vicenda straziante giunta, dolorosamente, al termine. Charlie Gard, il piccolo inglese di dieci mesi affetto dalla rarissima sindrome di deplezione mitocondriale, è morto in un hospice specializzato in trattamenti pediatrici. Il bambino non poteva nè muoversi, nè vedere, nè sentire: la sua situazione non era grave, bensì gravissima. Nella struttura abilitata è stato rimosso al piccolo Charlie il respiratore artificiale che lo teneva flebilmente in vita, dopo la decisione dell’Alta Corte di Londra di trasferirlo dal Great Ormond Street Hospital- struttura in cui era ricoverato da quando aveva solo tre mesi- alla clinica specializzata per malattie terminali.“Il nostro splendido bambino se n'è andato. Siamo veramente orgogliosi di Charlie”, ha detto la madre, Connie Gard ai giornalisti.

Questa vicenda triste arriva a un epilogo, dopo aver visto passare i genitori del bambino da ben quattro gradi di giudizio e dalla Corte europea dei diritti umani, contro la decisione dell’ospedale di Londra di “staccare la spina” di Charlie, per evitare inutili e prolungate sofferenze a un caso clinico dichiarato incurabile già dal principio. Rimangono, certo, una serie di strascichi e recriminazioni rivolte al Great Ormond Street Hospital, e l’accusa di “aver perso tempo” nel consentire al bambino a sottoporsi alla cura sperimentale del luminareMichio Hiranodi New York, sembra pesare come un macigno. Il dottore della Columbia University, infatti, aveva visitato per la prima volta il piccolo malato la settimana scorsa, con l’ultima speranza riposta in un trattamento innovativo, ancora non sperimentato neanche su modelli murini. Ma la situazione di degenerazione cerebrale del paziente, ormai in fase avanzatissima, non aveva reso possibile la somministrazione della cura. “Se ci avessero autorizzato a procedere sei mesi fa”, dice Connie con amarezza. Ma il prestigioso ospedale di Londra non ha dubbi, le condizioni di Charlie erano irreversibili già da gennaio, come ribadito più volte in svariate sedi legali.

Comunque, la storia del “piccolo” Charlie, divenuto ormai quasi un epiteto, ha stretto il mondo in una sorta di  abbraccio finale e collettivo. La raccolta fondi organizzata dai genitori del bambino era riuscita a raggiungere la cifra record di un milione e 300.000 sterline, che ora verranno utilizzate per una fondazione che porterà il suo nome. A ricordarlo oggi, tra gli altri, sono Theresa May, la premier britannica, che si è detta “profondamente rattristata”  e Papa Francesco, che scrive su Twitter “affido al Padre il piccolo Charlie e prego per i genitori”. Anche Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia della Vita, ha ritenuto opportuno ribadire le posizioni bioetiche della Chiesa Cattolica in materia, dichiarando che “Dio non stacca la spina”.

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