Dell'imbarcazione non rimane più alcuna traccia, ma la vicenda non si è ancora conclusa per Francesco Schettino, comandante della nave, che è rimasto l'unico imputato per il naufragio. La sua condanna è stata emessa lo scorso 31 maggio ed è di 16 anni e un mese, ma la procura generale ha presentato ricorso in Cassazione ed è stata fissata un'altra udienza in data 20 aprile 2017. Nel mentre, le bufale della lectio magistralis che il Comandante della Costa Concordia avrebbe tenuto all'Università La Sapienza di Roma, e di un suo tentativo di fare politica, candidandosi come Parlamentare, e un'autobiografia, il libro dal titolo Le verità sommerse in cui viene si parla dell’uomo, e delle sue avventure in 30 anni in mare.
Chi merita, però, di essere davvero ricordato in questa vicenda, è l'allora capitano di fregata Gregorio De Falco, promotore dell'"eroico" soccorso dell'isola del Giglio. De Falco continua a precisare, 5 anni dopo, di non considerarsi un "eroe", perchè salvare quelle persone rappresentava un suo dovere etico. "La compagnia in quelle ore non collaborò in modo efficace", accusa l'ex capitano, il quale non ottenne collaborazione nemmeno da parte di Schettino, a cui intimava di tornare sulla nave. Ancora oggi De Falco, riferendosi al comandante: "Se mi avesse dato retta, gli avrebbero steso i tappeti rossi", ritenendo che sarebbe stato possibile ottenere un epilogo migliore.
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