ROMA – Si è concluso senza accordo l’incontro di ieri a Palazzo Chigi tra governo e organizzazioni sindacali sull’ex Ilva. In serata è arrivata la fumata nera, con i sindacati che hanno denunciato come l’esecutivo abbia presentato “di fatto un piano di chiusura”, annunciando di voler contrastere la decisione con tutti gli strumenti disponibili.
L’incontro è stato presieduto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, con la partecipazione dei ministri Giorgetti, Urso e Calderone. Per le organizzazioni sindacali erano presenti i rappresentanti di Fiom Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl metalmeccanici, Usb e Federmanager, insieme ai rappresentanti di Invitalia, ai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e ai commissari del Gruppo Ilva.
Durante la serata è trapelato che la riunione fosse stata sospesa su richiesta del sottosegretario Mantovano, per consentire un approfondimento tecnico tra governo e commissari sulle questioni emerse. Tuttavia, più tardi è stato confermato che l’incontro era ancora in corso, senza alcun risultato concreto.
Il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, ha commentato duramente la situazione: “Ci sono migliaia di lavoratori che finiscono in cassa integrazione, non c'è un sostegno finanziario al rilancio e alla decarbonizzazione. Abbiamo deciso unitariamente come Fim, Fiom e Uilm di andare dai lavoratori e spiegare che contrasteremo la scelta del governo con tutti gli strumenti possibili”.
Il confronto tra governo e sindacati sull’ex Ilva resta quindi aperto e complesso, con tensioni sul futuro occupazionale e sulla strategia di rilancio dell’acciaieria tarantina.

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