Tensione a Gaza dopo la firma della tregua a Sharm el-Sheikh


Gaza, 14 ottobre 2025 – Il giorno dopo la cerimonia di firma della tregua a Sharm el-Sheikh, la situazione nella Striscia resta tesa. Israele ha deciso di mantenere chiuso il valico di Rafah e di ridurre gli aiuti umanitari destinati alla popolazione fino a quando Hamas non restituirà le salme degli ostaggi uccisi. L’apertura del valico era prevista nei prossimi giorni come parte dell’attuazione della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco.

Secondo i media palestinesi, sei persone sarebbero state uccise dal fuoco israeliano nel quartiere di Shejiaya, a Gaza City, zona formalmente sotto il controllo delle Forze di Difesa israeliane (Idf) in base all’intesa. Fonti militari, citate dal Times of Israel, sostengono che i sei civili si sarebbero avvicinati troppo alle truppe. Hamas denuncia una “violazione” delle intese.

Dati diffusi da Al Jazeera parlano di almeno nove vittime in tutta Gaza dall’alba di oggi. Intanto, il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha fatto sapere che sarà necessario tempo per recuperare e consegnare i resti degli ostaggi uccisi, a causa delle difficoltà nel rinvenire i corpi tra le macerie.

Le Nazioni Unite e la Croce Rossa chiedono l’apertura di tutti i valichi di frontiera per facilitare l’arrivo degli aiuti umanitari. Il Qatar, mediatore chiave nel processo, definisce “difficili” le prime trattative sulla fase due del piano di tregua.

Dopo 738 giorni di prigionia, non ci sono più ostaggi vivi nelle mani di Hamas. Gli ultimi 20 sono stati rilasciati ieri in cambio di 1.968 detenuti palestinesi. Scene di gioia si sono registrate a Tel Aviv, in Cisgiordania e a Gaza.

Nel frattempo, il presidente americano Donald Trump, accolto come un eroe in Israele, ha parlato alla Knesset celebrando “l’alba storica di un nuovo Medio Oriente”. Successivamente si è recato a Sharm el-Sheikh, dove ha firmato l’accordo di pace insieme a diversi leader europei e arabi. Assente il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

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