Pavia – “La perquisizione mi offende come uomo e come magistrato”. Così Mario Venditti, ex procuratore di Pavia indagato per corruzione in atti giudiziari nell’ambito dell’inchiesta sul delitto di Garlasco, ha commentato la vicenda ai microfoni della trasmissione Quarto Grado.
“Per 45 anni ho servito lo Stato anche in situazioni di pericolo, sono stato gli ultimi 10 anni sotto scorta e non meritavo tutto questo”, ha aggiunto, sottolineando che “vada come vada, al di là del risultato delle indagini, verrà fuori la verità che mi scagionerà sicuramente”.
L’ex magistrato ha poi ribadito: “Non ho mai preso soldi o benefit per una professione che ho esercitato con grande dignità”.
Le indagini
Nella prima inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, Venditti chiese e ottenne per due volte l’archiviazione per Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, oggi nuovamente indagato dalla Procura di Pavia nell’ambito delle nuove indagini sul caso Garlasco. Secondo la Procura di Brescia, l’ex magistrato avrebbe ricevuto denaro in cambio di quelle archiviazioni.
“Riferirò tutto quando mi presenterò davanti agli inquirenti che mi faranno le domande nel dettaglio – ha spiegato –. Nessuno potrà mai restituire la mia dignità”.
“Il mio nome è nel fango”
“È successa una cosa che non avevo mai previsto dopo 45 anni. Non sono neanche in grado di rispondere. Sono più che amareggiato. Sono a disposizione, da qui non mi muovo, facciano quello che vogliono tanto peggio di così”, ha detto Venditti rispondendo alla domanda se fosse preoccupato per la sua libertà personale.
Il suo avvocato, Domenico Aiello, ha inviato una dura lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Lo condivido al 100% e sottoscrivo quella lettera. Se ho paura di qualcosa? Dopo quello che è successo oggi non ho più paura di niente. Ormai il danno è fatto, il mio nome è nel fango e dopo 45 anni non meritavo tutto questo”, ha concluso l’ex procuratore.
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