Aree interne, approvato il Piano Strategico Nazionale: 310 milioni per contrastare il declino demografico


Monti Dauni in copertina, ma un intero Paese in filigrana. Nei mesi scorsi Palazzo Chigi ha approvato il nuovo Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (PSNAI), il documento che stabilisce le priorità d’intervento e le risorse disponibili per rilanciare quelle zone del Paese che, pur ricche di patrimonio culturale, ambientale e umano, vivono da anni una condizione di progressivo isolamento e marginalizzazione.

Il PSNAI si inserisce nel quadro più ampio del Pnrr e dell’Accordo di Partenariato 2021–2027, ponendosi come strumento di coordinamento per interventi che vadano a incidere concretamente su trasporti, scuola e sanità, i tre pilastri individuati come essenziali per fermare l’esodo e garantire pari diritti ai cittadini che vivono lontano dai grandi centri urbani.

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Cosa sono le aree interne

Secondo la definizione contenuta nel Pnrr, le aree interne sono “territori distanti dai poli che offrono servizi essenziali” e che, nel tempo, hanno subito “un calo demografico, una perdita occupazionale e una gestione del suolo inadeguata”. Sono spesso piccoli centri, culturalmente e ambientalmente rilevanti, con un forte potenziale di attrazione, ma che pagano un progressivo svuotamento e l’assenza di infrastrutture adeguate. 

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Risorse e nuova programmazione: 310 milioni e 56 nuove aree

Con la nuova programmazione 2021–2027, il governo ha stanziato ulteriori 310 milioni di euro, che si sommano ai 281,2 milioni del periodo 2014–2020. Le 72 aree già finanziate sono ora affiancate da 56 nuove aree, per un totale complessivo di 128. Di queste, 43 saranno finanziate con fondi statali e regionali, mentre 13, individuate direttamente dalle Regioni, beneficeranno esclusivamente di risorse regionali.



I numeri del nuovo intervento

Le 56 nuove aree interne:

• coinvolgono 764 Comuni, pari al 9,7% dei Comuni italiani;

• rappresentano il 3,5% della popolazione nazionale (oltre 2 milioni di persone);

• coprono circa 38.000 km², ossia il 12,73% della superficie italiana.

Nel complesso, oggi nelle aree interne vivono circa 13,3 milioni di persone (quasi un quarto della popolazione italiana). Ma il futuro preoccupa: entro il 2040, si prevede che quasi il 90% dei Comuni delle aree interne del Mezzogiorno subirà un calo demografico, con picchi del 93% nei territori ultraperiferici. Anche il Centro-Nord non è immune, dove si stima un declino in oltre il 73% dei Comuni interni.



Trasporti, salute, scuola: i tre pilastri del rilancio

Il PSNAI indica con chiarezza tre direttrici fondamentali su cui agire:

• Trasporti: migliorare i collegamenti tra le aree interne e i poli urbani, potenziare l’accessibilità e i servizi pubblici di mobilità.

• Sanità: rafforzare la presenza di presidi sanitari territoriali, anche con modelli innovativi di assistenza e telemedicina.

• Scuola: garantire continuità educativa, contrastare la dispersione scolastica, investire in strutture e personale.



Verso un nuovo equilibrio territoriale

L’approvazione del PSNAI rappresenta un passo fondamentale per invertire la rotta di abbandono che riguarda un’ampia fetta dell’Italia. L’obiettivo è duplice: da un lato assicurare servizi essenziali e opportunità alle comunità locali, dall’altro valorizzare il potenziale inespresso di territori che, se adeguatamente sostenuti, possono offrire un’alternativa concreta alla concentrazione urbana e contribuire a uno sviluppo più equilibrato e sostenibile del Paese.

Con il nuovo Piano, le aree interne non sono più percepite solo come territori da “salvare”, ma come luoghi su cui scommettere.

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