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Photo credits: https://www.ottocento.it/portfolio-items/la-societa-in-arte-libertas-1886-1903/?portfolioCats=71%2C72%2C73%2C74%2C75%2C76%2C77%2C78%2C79%2C80%2C166%2C533%2C911 |
ROMA - Inaugurata la mostra della SocietĂ "In Arte Libertas" presso la Galleria d’Arte Ponti di Roma. La mostra vuole essere un omaggio e riportare l’attenzione sull’azione su un movimento che ha segnato la cultura estetica a Roma negli ultimi due decenni del XIX secolo, purtroppo oggi dimenticato dalla critica e dal mercato.
Il 10 febbraio 1886, in via San Nicola da Tolentino 72 a Roma, un gruppo di artisti inaugura una mostra indipendente delle proprie opere, segnando una netta rottura con l’annuale esposizione degli Amatori e Cultori di Belle Arti. Nasce così la societĂ "In Arte Libertas", con l’obiettivo di promuovere un’arte libera da condizionamenti accademici e commerciali. Fino al 1903, questa realtĂ organizza esposizioni a Roma e altrove, mantenendo fede al principio sancito nel suo Statuto: «amare liberamente l’arte ciascuno a suo modo».
La prima mostra riunì artisti di spicco come Vincenzo Cabianca, Onorato Carlandi, Alessandro Castelli, Enrico Coleman, Mario De Maria, Lemmo Rossi Scotti, Norberto Pazzini, Gaetano Vannicola, insieme ai giovani Alessandro Morani e Alfredo Ricci. La loro iniziativa fu sostenuta anche da Nino Costa, figura carismatica che, con un percorso artistico internazionale tra Firenze, Parigi e Londra, incarnava il desiderio di apertura verso le avanguardie europee e la resistenza contro il conformismo accademico.
Il gruppo si ispirava a una visione dell’arte che univa l’osservazione del reale a una profonda sensibilitĂ poetica e musicale, in opposizione a una modernitĂ percepita come distante dalla spiritualitĂ che animava i grandi maestri del passato, come Bellini e Botticelli. Questa riflessione, nata nell’ambito della Scuola Etrusca fondata da Costa nell’inverno 1883-84, si concretizzĂ² nella societĂ "In Arte Libertas", destinata a lasciare un’impronta duratura sulla scena culturale romana.
Tra i suoi sostenitori e collaboratori spiccano personalitĂ come Gabriele D’Annunzio e Angelo Conti, che contribuirono all’atmosfera simbolista ed estetizzante del periodo. Il gruppo, infatti, partecipĂ² a progetti come l’illustrazione dell’"Isaotta Guttadauro" di D’Annunzio, segnando una simbiosi tra arti visive e letteratura.
La societĂ non si limitĂ² al contesto locale: nel 1899 ottenne una sala alla Biennale di Venezia e ospitĂ² a Roma opere di artisti internazionali del calibro di Edward Burne-Jones e Dante Gabriel Rossetti. Giulio Aristide Sartorio, uno dei membri piĂ¹ noti, descrisse l’attivitĂ di "In Arte Libertas" come una serie di battaglie culturali volte a scuotere «il torpore intellettuale romano».
La mostra propone un viaggio attraverso dipinti, disegni e sculture, molte delle quali firmate da artisti oggi poco conosciuti, come Gaetano Vannicola, Giacomo Pontecorvo, Giuseppe Formilli e Attilia Marini. Questo progetto mira a valorizzare l’ereditĂ di un movimento che, negli ultimi vent’anni del XIX secolo, ha contribuito a trasformare la cultura estetica della CittĂ Eterna.
A completare l’esposizione, lo studioso Federico De Mattia, autore di una ricerca approfondita sulla societĂ "In Arte Libertas", ha curato il catalogo che accompagna la mostra, offrendo nuovi spunti di riflessione su questo affascinante capitolo della storia dell’arte.
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