Crisi da Covid-19: "Il primo passo è non fallire"


MILANO
– Notoriamente, ce lo insegna la storia, ogni decennio c’è una crisi economica che si riflette sui mercati, ormai diventati globali per quell’effetto domino di cui può giovarsi o, allo stesso tempo soffrire, l’economia mondiale.

La pandemia da Covid-19 e i conseguenti lockdown internazionali hanno accelerato la cadenza della crisi, e molti imprenditori si sono trovati impreparati nell’affrontarla. Il rischio più grande, quello da scongiurare a tutti i costi per ogni imprenditore, di piccola o media impresa che sia, è il fallimento.

In Italia, secondo le leggi vigenti pubblicate per la prima volta nel 1942, ogni domanda di fallimento per l’imprenditore diventa un obbligo quando l’astensione dalla richiesta produrrebbe un aggravamento dello stato di insolvenza, ed il fallito perde così la disponibilità dei propri diritti patrimoniali, che sono in sua vece esercitati dal curatore fallimentare.

In parole più semplici, se ci si trova nella condizione di non poter pagare chi vanta dei crediti, qualunque creditore può presentare domanda di fallimento. Ma fallire non conviene mai.

Nel minore dei casi c’è un processo, poi c’è la chiusura del fallimento, e passato questo lungo tempo si può aprire l’attività, anche se stavolta sarà più difficile avere crediti.

Considerando il caso peggiore, invece, dichiarare fallimento significa non avere accesso a crediti o prestiti per svariati anni, essere iscritti ad una lista nera che marchia per un arco di tempo troppo lungo qualsiasi uomo volenteroso di voler ripartire. Se i conti sono in rosso, i creditori alla porta, i dipendenti non possono essere pagati, bisogna pur fare qualcosa.

Ma come e quando? Perché fallire e rinunciare ad una riapertura immediata, con la volontà di rimettersi in gioco e di cercare nuove soluzioni?

Un imprenditore sull’orlo del fallimento non può, sicuramente, permettersi errori. Se la legge non ammette ignoranze, un aiuto valido è fondamentale per muoversi nel marasma di normative, regole e leggi che possono salvarci come imprenditori o come persone giuridiche. Proprio in questa fase delicata potrebbe essere vitale consultare dei professionisti, come Sos Azienda, creata proprio per venire in soccorso degli imprenditori in difficoltà.

"Siamo un centro di consulenza legale fiscale e tributaria, operante da 20 anni in tutta Italia e non soltanto. I nostri uffici a Milano e Como sono specializzati nell’assistenza e nella consulenza per le aziende in crisi e gestione delle liquidazioni problematiche, attraverso i nostri collaboratori: Dottori Commercialisti, Revisori Legali dei Conti, Avvocati, Giuristi, esperti di rischi finanziari e, in una sola frase, risolutori di problemi" spiega Marsala, portavoce della Sos Azienda.

"I professionisti di Sos Azienda possono suggerire la soluzione migliore per valutare i rischi, cercare le soluzioni e ripartire. Se l’imprenditore si vede costretto al fallimento, allora noi stessi possiamo nominare un liquidatore, un professionista che guiderà il fallimento in modo indolore e assolutamente legale, senza macchiare indelebilmente l’imprenditore e per fornirgli nuove speranze e possibilità di ripartenza" continua Marsala.

Ma allora può arrivare la luce alla fine del tunnel anche in un momento come questo?

"Si, l’esperienza maturata dai consulenti di Sos Azienda passerà al vaglio, attraverso uno studio approfondito, tutte le possibilità di chi, al momento, non naviga in ottime acque, considerando e suggerendo la migliore delle soluzioni possibili, fosse anche la chiusura dell’attività, ma una chiusura che, attraverso i liquidatori, darà nuove chances e nuova fiducia per un futuro migliore".

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