MESTRE - Anche a causa del Covid, l’artigianato è sempre più in affanno. Nei primi 6 mesi di quest’anno le imprese del settore sono diminuite di 4.446 unità ; facendo scendere il numero complessivo presente in Italia a quota 1.291.156. Sia nel I (-10.902) che nel II trimestre 2020 (+6.456) i saldi sono stati tra i peggiori degli ultimi 10 anni, a conferma che l’artigianato, come del resto tutte le attività di prossimità , non è stato in grado di reggere l’urto dello shock pandemico. E se fosse proclamata una nuova chiusura totale del Paese, sarebbe il colpo del definitivo KO. A lanciare l’allarme è la CGIA.
Afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo: “Un nuovo lockdown generalizzato darebbe il colpo di grazia ad un settore che da 11 anni a questa parte sta costantemente diminuendo di numero. Dal 2009, infatti, hanno chiuso definitivamente la saracinesca 185 mila aziende artigiane. Questo ha avviato la desertificazione dei centri storici e delle periferie, contribuendo a peggiorare il volto urbano delle nostre città che, anche per questa ragione, sono diventate meno vivibili, meno sicure e più degradate. Sia chiaro: soluzioni miracolistiche non ce ne sono, anche se è necessario un imminente intervento pubblico almeno per calmierare il costo degli affitti, ridurre le tasse, soprattutto quelle locali, e facilitare l’accesso al credito. Nonostante i prestiti erogati con il decreto liquidità , sono ancora tantissime le imprese artigiane che non trovano ascolto presso le banche, con il pericolo che molte di queste finiscano nella rete tesa dagli usurai”.
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