Sea Watch, pm: "Non c'era necessità di forzare"


AGRIGENTO - E' terminata l'udienza di convalida, davanti al gip Vella, dell'arresto della capitana della Sea Watch3, Carola Rackete. L'ordinanza sarà emessa martedì. La trentunenne tedesca resta, intanto, ai domiciliari in un'abitazione privata di Agrigento. Secondo il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, l'ingresso in porto "non è stata un'azione necessitata. Non c'era uno stato di necessità poiché la Sea Watch attraccata alla fonda aveva ricevuto, nei giorni precedenti, assistenza medica ed era in continuo contatto con le autorità militari per ogni tipo di assistenza, per cui, per il divieto imposto dalla Guardia di finanza di attraccare, non si versava in stato di necessità".

"Cosa diversa è il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per cui si procede separatamente - ha spiegato Patronaggio - Quella sarà la sede (l'altro fascicolo - ndr) dove valutare se l'azione di salvataggio dei migranti effettuata nelle acque antistanti la zona Sar libica sia stata un'azione necessitata. In quell'altro parallelo procedimento andremo a verificare se i porti della Libia possono ritenersi sicuri o meno e andremo a vedere se la zona Sar libica è efficacemente presidiata dalle autorità della guardia costiera libica, andremo a verificare le concrete modalità del salvataggio cioè a dire se vi sono stati contatti tra i trafficanti di esseri umani e la Sea Watch, se il contatto è avvenuto in modo fortuito o ricercato. Tutta una serie di elementi che servono a verificare se si è trattato di un'azione di salvataggio in mare oppure un'azione concertata".