USA: Trump VS CNN, il presidente mette 'ko' le fake news


di BEATRICE GALLUZZO - Domenica mattina sul profilo Twitter ufficiale del quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti d’America, Mister Donald J.Trump, che al momento conta un numero di followers che si attesta sui 33 milioni, è comparso un video in cui mette KO un uomo sulla cui faccia è stata apposto il logo della CNN, famosa emittente televisiva e pilastro dell’informazione giornalistica sia in patria che oltreoceano.

 A corredo del filmato, troneggia l’hashtag #FraudNewsCNN, ovvero “NotizieFalse CNN”. La metafora appare limpida; e poi l’inquilino più importante della Casa Bianca ce l’ha detto e ridetto in più sedi e occasioni: a lui i media non piacciono granchè, in quanto veicolano notizie false e tendenziose, si fanno beffe di lui e lo attaccano gratuitamente in quanto membri impenitenti di quell’establishment con cui Trump cerca di battersi per lo scopo nobile e dichiarato di offrire ai suoi elettori, americani veri, onesti lavoratori e padri di famiglia, un’unica cosa: la Verità.

Il video, preso da una gag svoltasi nel 2007 al Wrestlemania XXIII, in cui Trump fingeva di prendere a pugni Vine McMahon, CEO della WWE, è stato pubblicato in seguito al suo incontro con i veterani al  John F. Kennedy Center for the Performing Arts. Anche in quest’occasione non ha esitato nel lanciare parole al vetriolo contro quei nemici che si diffondono via cavo o a mezzo stampa. “I fake media cercano di zittirci. Ma non glielo lasceremo fare. Perchè le persone conoscono la verità. I fake media cercavano di fermarci dall’andare alla Casa Bianca. Ma io sono il Presidente e loro no”.

La risposta della CNN è giunta senza farsi attendere. Nel comunicato dell’emittente si legge “E’ triste quando il Presidente degli Stati Uniti incoraggia la violenza contro i reporters”.  D’altronde è bene ricordare che solo qualche mese fa, a maggio, Ben Jacobs, giornalista del Guardian, è stato violentemente sbattuto a terra dal candidato republicano per lo Stato del Montana, Greg Gianforte. Il reporter aveva avuto l’ardire di chiedere cosa ne pensasse Gianforte del fatto che 23 milioni di americani sarebbero rimasti senza copertura sanitaria entro il 2020. Dopodichè, si aggiunge “Invece di prepararsi per il suo viaggio oltremare, il suo primo incontro con Putin, risolvere l’affare con la Corea del Nord e lavorare sulla legge per l’assistenza sanitaria, assume degli atteggiamenti infantili molto lontani dalla dignità del suo compito”. E poi l’affondo finale “Noi continueremo a fare il nostro lavoro. Lui dovrebbe iniziare a fare il suo”.

Courtney Radsch, membro del CPJ (Committee to Protect Journalist), un’ associazione che si propone di difendere la libertà dei giornalisti in tutto il mondo, ha dichiarato “Siamo già preoccupati circa la violenze fisiche sui reporters, ed evidentemente la retorica accusatoria della Casa Bianca indebolisce i mezzi di comunicazione negli Stati Uniti e incoraggia i leader autoritari di tutto il mondo”. Anche Nancy Pelosi, esponente Democratica alla Camera, ha scritto su Twitter “questo 4 luglio celebriamo la libertà della stampa, guardiana della nostra democrazia”. Intanto, è ironico pensare che sia proprio Donald Trump a portare avanti questa crociata contro le “notizie false”. A giugno il prestigioso New York Times- ovviamente inviso al magnate- ha pubblicato un articolo dal titolo eloquente, Trump’s lies, le bugie di Trump. Sono state riportate tutte quelle verità alternative- fatti deformati ad hoc, pillole di disinformazione, modificazioni arbitrarie di realtà- che il Presidente avrebbe dichiarato dal giorno del suo insediamento. Per i primi quaranta giorni del suo incarico, pare abbia raggiunto un record: una Non-verità al giorno, ogni giorno. Insomma, potrà avere anche tanti difetti, ma non manca di costanza.

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