Napolitano: "Non ci sono pericoli per la democrazia"

"Gli allarmi per la democrazia e per la libertà sono usati al solo fine di bloccare un rinnovamento da lungo tempo atteso e dalle parti più diverse considerato necessario. Che giunge già con grave ritardo" ha dichiarato l'ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in un'intervista al quotidiano "La Repubblica" riguardo le riforme.
Il senatore a vita conferma di aver ricevuto l’invito a guidare i comitati per il Sì al referendum di ottobre, ma «non è essenziale - spiega - chi potrebbe essere il primo alfiere dello schieramento per il Sì. Quello che conta è una ricca aperta e concreta ricerca di argomenti sul merito della riforma».
E per l'altro referendum, quello di domenica prossima sulle trivellazioni, dice di non sapere se andrà a votare, ma sottolinea: «L’astensione però è un modo di esprimere la convinzione dell’inconsistenza e della pretestuosità di questa iniziativa referendaria».
Tornando al ddl Boschi, Napolitano afferma: «Enfatizzazioni e estremizzazioni nei giudizi delle forze di opposizione ne ho viste tante e nessun partito è senza peccato. Stavolta però siamo giunti veramente al di là di ogni misura in particolare nei commenti all’approvazione della legge di riforma. Bisognerebbe stare seriamente al merito di quello che si è elaborato e votato a maggioranza e non lanciare allarmi per la libertà e la democrazia». «Innanzitutto sarebbe stato bene per il Paese e per la riforma stessa che si realizzasse un più ampio consenso - sottolinea il senatore a vita -. Ma l’articolo 138 è stato scrupolosamente osservato e si è raggiunta la prescritta maggioranza assoluta per le modifiche, in misura netta non solo alla Camera ma anche al Senato. Un maggiore consenso avrebbe richiesto un atteggiamento più costruttivo di varie forze che sono all’opposizione del governo Renzi ma che negli anni passati, e posso darne testimonianza da ex presidente della Repubblica, si sono pronunciate a favore innanzitutto del superamento del bicameralismo paritario».
«Ãˆ stato giusto che Renzi, alla Camera, abbia riconosciuto delle criticità nel testo approvato - aggiunge Napolitano -. Ma è un fatto che nel lungo percorso avviato dal governo Letta e perseguito in oltre due anni non sono mai stati proposti seriamente modelli alternativi a quello che via via è prevalso anche attraverso modifiche della piattaforma proposta dal governo e dalla maggioranza». Per l'ex capo dello Stato «bisogna soprattutto farla una riforma come quella appena approvata e poi impegnarsi per la sua migliore attuazione. A questo compito dovrebbero partecipare, una volta confermata la legge con il referendum, anche i gruppi politici che oggi la osteggiano. Personalmente farò di tutto per chiamare a questa collaborazione, ad un atteggiamento di condivisione».
Quanto al rischio che il premier Matteo Renzi personalizzi il referendum di ottobre, Napolitano spiega: «Il discorso di lunedì mi è sembrato improntato alla consapevolezza di dover staccarsi da un approccio personalizzato e di sfida. Quell’approccio peraltro finisce per fare gola agli oppositori che hanno in mente non la problematicità della riforma ma l’obiettivo di battere Renzi».

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