Confesercenti: nel 2015 Pil +0,8%

L'Italia ha agganciato l'inversione di tendenza e ha intercettato la crescita: nel 2015 il Pil crescerà dello 0,8%, mentre nel 2016 e nel 2017 la variazione si attesterà sul +1%, scontando le tensioni del quadro internazionale. 
Questo il quadro delineato dai dati contenuti nel "Rapporto Macro sulle prospettive dell'Economia italiana 2015-2017", realizzato dal "REF Ricerche" per Confesercenti e presentato nel corso dell'edizione 2015 del tradizionale Meeting dell'associazione in corso a Perugia. La ripresa, per ora, è guidata principalmente dalla ripartenza della spesa delle famiglie residenti, voce che include anche i consumi turistici, che quest'anno hanno subito un'accelerazione grazie al buon andamento della stagione turistica: secondo le stime di Confesercenti, quest'anno gli arrivi internazionali in Italia dovrebbe crescere del 4%, superando quota 50 milioni. Per quanto riguarda le famiglie italiane, la ripartenza dei consumi (+0,8% quest'anno, +1,4% nel 2016 e +1,5% nel 2017) è dovuta all'effetto combinato della caduta del prezzo del petrolio, che ha portato ad un azzeramento dell'inflazione interna e favorito la crescita del potere d'acquisto dei consumatori, ma anche al bonus fiscale di cui hanno beneficiato i redditi più bassi. I risultati che emergono dalla ricerca sono decisamente più prudenti rispetto alle cifre comunicate dal Governo con un Pil allo 0,9% nel 2015 e un ulteriore rialzo annunciato, rispetto alle nostre previsioni, per il 2016. Nel 2015 il nostro Pil procapite è ancora circa il 12% inferiore ai livelli del 2008, mentre la produzione industriale si è contratta del 18%.
La caduta della produzione si è riflessa simmetricamente sulla base occupazionale del Paese. Le unità di lavoro si sono ridotte del 7% nell'intera economia. Anche se le esportazioni si sono oramai riportate sui livelli del 2008, la recessione ha colpito pesantemente la componente degli investimenti, di quasi il 30% al di sotto dei livelli pre-crisi, e il mercato interno: i consumi delle famiglie sono ancora di oltre il 7% al di sotto dei valori d'inizio 2008, soprattutto per effetto di una riduzione del potere d'acquisto dei consumatori che ha superato il 10%. Queste cifre - secondo Confesercenti - spiegano le ragioni della lentezza con la quale i miglioramenti tenderanno a prodursi. Inoltre, la crisi ha lasciato al nuovo ciclo di ripresa l'eredità di uno stock molto ampio di capacità produttiva non utilizzata e questo contribuisce a frenare la ripresa degli investimenti: Ref Confesercenti stima per il 2015 un tasso di investimenti fissi lordi dello 0,9% nel 2015 (per poi crescere al 2,2% nel 2016). Con uno sguardo allo scenario internazionale, tra i fattori di rischio che condizionano la ripartenza della nostra economia c'è il deterioramento delle prospettive delle economie emergenti ed il deprezzamento delle rispettive valute che potrebbe ampliarsi, con il conseguente aumento delle esportazioni  verso le economie avanzate ed il crollo delle importazioni. Le conseguenze dello scenario peggiore sull'area dell'euro si concretizzerebbero in un marcato rallentamento dell'export ed in un aumento delle pressioni competitive da parte delle economie emergenti. Le stime di Ref Confesercenti quantificano un tasso delle esportazioni per il 2015 del 3,4% che scenderà nel 2016 al 2,7%.

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