Riforma Senato. Napolitano: "No alla fine della democrazia"

"Come si può ritenere che la riforma in discussione costituirebbe il 'contrario', segnerebbe la fine, della democrazia parlamentare?". E' quanto si chiede l'ex capo dello Stato Giorgio Napolitano in una lettera pubblicata su Repubblica rispondendo all'editoriale di Eugenio Scalfari di domenica.
"Si sta finendo per parlare dell'approvazione di questa riforma essenzialmente in funzione di come si giudica, di che cosa ci si aspetta o si teme dall'attuale Presidente del Consiglio", spiega. Ma questi era anni luce lontano dall'entrare nel firmamento politico nazionale quando la necessità e l'idea di una revisione costituzionale, relativa in particolare al superamento del bicameralismo paritario venivano affermate da tutt'altre personalità politiche e di governo".
Per Napolitano "la questione essenziale è che non si lasci in piedi, attraverso l'elezione a scrutinio universale anche del Senato della Repubblica, la compresenza di due istituzioni rappresentative della generalità dei cittadini, sottraendo al Senato solo (e a quel punto insostenibilmente!) il potere di dare la fiducia al Governo. L'essenziale è dar vita a un nuovo Senato che arricchisca la democrazia repubblicana dando ad esso la natura di una istituzione finora assente che rappresenti le istituzioni territoriali. Altrimenti di fatto il superamento del bicameralismo paritario non ci sarebbe".

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