Ocse: l'Italia ultima per l'occupazione giovanile

ROMA. Tra i Paesi dell'area Ocse, l’Italia è l’ultimo in tema di occupazione giovanile. Il 52,8% dei giovani tra i 25 e i 29 anni ha un’occupazione, contro una media pari nell’area al 73,7%. È quanto emerge dal rapporto dell'Ocse, che evidenzia come in Italia il 17% dei giovani lascia la scuola secondaria senza avere conseguito un diploma ed è la percentuale più alta dopo quella spagnola. Il 60% di questi giovani ha scarse competenze matematiche, mentre tra i giovani che completano la scuola superiore, è il 30% ad avere scarsa dimestichezza con i numeri.

Nel nostro Paese, inoltre, aumentano anche i giovani inattivi, i cosiddetti "Neet", che rappresentano  il 18% circa dei giovani che hanno concluso un’istruzione professionale. Nel 2013 sono arrivati arrivati al 26,09% degli under 30, quarto dato più elevato tra i Paesi Ocse con un incremento di 5 punti percentuali rispetto al 2008.

Gli inattivi sono più diffusi, però, tra i giovani che si sono fermati alla scuola dell’obbligo (il 50% del totale dei Neet), ma c’è anche un 10% con la laurea e il restante 40% ha il diploma secondario. L'Italia è anche il Paese con la percentuale piu’ bassa di giovani che associano studio e lavoro: solo il 10%. Secondo il Rapporto, il nodo di fondo è la scarsa occupabilità dei giovani, perchè magari non hanno le competenze richieste dal mercato del lavoro o non possono usarle in modo produttivo. 

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