Favori per appalti su case popolari: blitz a Torino, dieci arresti

TORINO. I carabinieri stanno eseguendo una decina di misure cautelari nei confronti di dipendenti dell'Agenzia Territoriale della Casa di Torino. L'inchiesta, partita l'anno scorso, è quella sui favori ricevuti in cambio dell'assegnazione di appalti di manutenzione dei caseggiati pubblici del capoluogo piemontese. 
L'inchiesta, coordinata dal pm Sara Panelli della Procura di Torino, aveva inizialmente cinque indagati, quattro dirigenti dell'Atc e un imprenditore, ma ora si è allargata. La maggior parte degli arresti disposti dalla procura, ed eseguiti in queste ore dai carabinieri, è ai domiciliari.
Un sopralluogo di carabinieri e guardia di finanza è in corso negli uffici dell'Atc di Torino. Secondo quanto appreso i militari sono a colloquio con il presidente dell'Atc, Elvi Rossi. Quest'ultimo, sempre secondo quanto appreso, è del tutto estraneo all'inchiesta.
Le dieci persone arrestate sono accusate di avere dato vita ad un vero e proprio "sistema" illegale. Secondo la procura del capoluogo piemontese, questo "sistema" consentiva ad Atc - tramite le società in house - di affidare lavori per importi rilevanti a società private senza il rispetto delle procedure ad evidenza pubblica. Secondo l'indagine della Procura, definita dagli inquirenti "complessa e difficile per la difficoltà di reperire persone disposte a collaborare'' con l'autorità giudiziaria, la società in house dell'Atc manet non rispettava i principi in materia di affidamento di lavori pubblici. Inoltre, sempre secondo l'accusa, ai soggetti ai quali venivano assegnati i lavori subappaltati veniva richiesto di realizzare con i propri mezzi e le proprie maestranze anche la parte di lavori di competenza della società in house. In tal modo, concludono gli inquirenti, si consentiva ai vertici Manet e Atc di gestire imponenti lavori che Manet, in realtà, non era in grado di eseguire. (ANSA)

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