(ANSA/EPA) |
di BEATRICE GALLUZZO - Nelle giornate di giovedì e venerdì i venti diabolici dell’uragano Irma si erano abbattuti su Haiti e Repubblica Dominicana, dopodichè avevano raggiunto Cuba e la Florida. Ed è proprio qui, nello Stato americano che prende il nomignolo di “Sunshine State”, ovvero “Stato della luce del sole” – sembra quasi un crudele paradosso, ora - che staziona ancora l’occhio del ciclone, l’epicentro distruttivo dei venti , circa 40 chilometri a nordest della città di Tampa.
Per tutta la giornata di ieri l’uragano di categoria 4 ha flagellato una Florida inerme. E i numeri della devastazione, forniti dagli aggiornamenti del Guardian, sono da capogiro: 6,3 milioni di persone costrette ad evacuare le proprie dimore; 5,7 milioni di case rimaste senza energia elettrica; 160.000 persone ammassate nei rifugi allestiti in città per coloro che non potevano abbandonare lo Stato; 10.000 voli aerei cancellati. Ma purtroppo, non è tutto. In queste ore, infatti, si contano anche le vittime della furia della natura: al momento in Florida il bilancio è di cinque morti. Intervistato alla NBC il governatore della Florida, Rick Scott, ha dichiarato: “La cosa più importante è che si preghi per noi”.
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