Roma - La Commissione europea ha presentato a Bruxelles un pacchetto di riforma del settore automotive, con novità che dovranno ora essere negoziate tra Parlamento e Consiglio europeo. Tra le principali misure, un meccanismo di incentivazione sotto forma di “supercredito” utilizzabile fino al 2034, che permette ai costruttori di veicoli di valorizzare maggiormente le mini auto elettriche nel calcolo delle emissioni di CO2 del proprio parco. L’obiettivo è spingere la produzione e la diffusione di veicoli elettrici piccoli e a basso costo, di lunghezza fino a 4,2 metri.
Il pacchetto introduce anche maggiore flessibilità per auto e furgoni: il cosiddetto banking & borrowing tra il 2030 e il 2032 consente ai produttori di pianificare meglio investimenti e nuovi modelli elettrici, riducendo il rischio di sanzioni immediate. Per i furgoni, il target di riduzione delle emissioni CO2 scende dal 50% al 40% entro il 2030. Anche i veicoli pesanti beneficiano di misure di flessibilità per agevolare il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.
Sul fronte dei motori termici, il pacchetto ammorbidisce lo stop previsto dal 2035: le case automobilistiche dovranno ridurre le emissioni del 90% anziché del 100%, con la possibilità di compensare il restante 10% tramite l’acquisto di crediti. Questa misura apre spazio a tecnologie ibride, range extender, biocarburanti ed e-fuel, soluzioni sostenute da Italia e Germania.
Il progetto prevede inoltre una riduzione degli oneri amministrativi e dei costi per i produttori europei, stimata in circa 706 milioni di euro all’anno, contribuendo a rendere il settore più competitivo e liberando risorse per la decarbonizzazione. I nuovi furgoni elettrici, ad esempio, saranno esentati da alcuni obblighi come l’installazione di tachigrafi intelligenti e dispositivi di limitazione della velocità.
Un’altra misura riguarda il sostegno alla filiera europea delle batterie, con un piano da 1,8 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi destinati a prestiti senza interessi per i produttori di celle, al fine di favorire innovazione, coordinamento tra Stati membri e una produzione sostenibile e resiliente in Europa.
Il pacchetto si concentra anche sulla decarbonizzazione delle flotte aziendali, con obiettivi vincolanti per i veicoli a zero e basse emissioni, incentivando la diffusione di veicoli elettrici o ibridi sul mercato e garantendo accesso a sostegni finanziari pubblici solo a chi rispetta i requisiti di emissione.
Non mancano però resistenze industriali e politiche: i costruttori ritengono che la transizione sia lenta e ostacolata dalla scarsa diffusione delle colonnine di ricarica e dalla domanda ancora incerta. Anche Germania e Italia hanno espresso perplessità, mentre Francia e Spagna difendono il divieto totale ai motori termici, pur accettando meccanismi di flessibilità per sostenere la produzione locale e contrastare la concorrenza a basso costo dalla Cina.
Il pacchetto, definito Automotive Omnibus, punta dunque a combinare decarbonizzazione, competitività industriale e sostenibilità, bilanciando gli obiettivi ambientali con le esigenze del mercato europeo.

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