Roma, 31 ottobre 2025 – Il Senato ha approvato definitivamente la riforma della giustizia che introduce la separazione delle carriere dei magistrati, con 112 voti a favore, 59 contrari e 9 astensioni. Il disegno di legge costituzionale ha superato così il quarto e ultimo passaggio parlamentare a Palazzo Madama. Ora la parola passa ai cittadini, con un referendum confermativo previsto probabilmente tra marzo e aprile 2026.
La premier Giorgia Meloni ha definito l’approvazione un “traguardo storico”, mentre l’Associazione nazionale magistrati (Anm) ha replicato sostenendo che “le nostre proposte sono state inascoltate e il governo vuole controllare la magistratura”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha aperto a un confronto sulle future leggi di attuazione, proponendo un dibattito con Sky TG24.
Il via libera definitivo ha visto anche la mobilitazione di Forza Italia, che ha dedicato il risultato a Silvio Berlusconi, con interventi di Marina Berlusconi, mentre la Lega ha ricordato i referendum abrogativi promossi tre anni fa, non raggiungendo però il quorum.
Il referendum confermativo sarà una consultazione senza quorum: a prevalere sarà chi riuscirà a mobilitare i propri elettori. La premier Meloni ha sottolineato che si tratta di “un’occasione storica per una giustizia più giusta” e ha spiegato: “Chi pensa che nella giustizia vada tutto bene voterà no, chi pensa che possa migliorare voterà sì”. Matteo Salvini ha aggiunto che la riforma serve a “togliere l’ideologia dai tribunali e dalle promozioni, come avviene in tutti i contesti di lavoro”.
Sul fronte del No, l’Associazione nazionale magistrati ha promosso un comitato per il referendum, con Enrico Grosso, avvocato e professore ordinario di diritto costituzionale all’Università di Torino, nominato presidente onorario.

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