Morte di Simona Cinà, giovedì l'autopsia: indagini in corso, aperto fascicolo per omicidio colposo


BAGHERIA - Sarà eseguita giovedì l’autopsia sul corpo di Simona Cinà, la pallavolista di 21 anni originaria di Capaci, deceduta tragicamente durante una festa di laurea in piscina a Bagheria. L'incarico per l’esame autoptico è stato affidato dal sostituto procuratore di Termini Imerese, Raffaele Cammarano, che coordina l’inchiesta. Al momento, il fascicolo è aperto per omicidio colposo a carico di ignoti, un’ipotesi provvisoria che potrà essere rivista alla luce dei risultati dell’autopsia e degli esami tossicologici già richiesti.

Gli inquirenti non escludono nessuna pista. Tra le ipotesi al vaglio vi è quella di un malore, ma i familiari della giovane, in particolare i fratelli, non hanno escluso la possibilità che qualcuno possa averle somministrato sostanze stupefacenti, forse introducendole nei cocktail serviti durante la serata. I carabinieri hanno proseguito gli interrogatori, ascoltando altri giovani presenti alla festa, anche se, secondo quanto emerso, nessuno avrebbe assistito al momento in cui la ragazza è caduta in piscina.

In risposta ai dubbi avanzati dalla famiglia Cinà, la Procura di Termini Imerese ha diffuso una nota ufficiale nella giornata di lunedì. I magistrati hanno chiarito che gli abiti della giovane non sono scomparsi, bensì sono stati regolarmente sequestrati dai carabinieri per motivi investigativi. La Procura ha inoltre precisato che, contrariamente a quanto ipotizzato in alcune ricostruzioni iniziali, sul luogo della festa sono stati effettivamente rinvenuti bicchieri, bottiglie di alcolici e altri oggetti riconducibili a un evento conviviale, in particolare nei pressi del bancone adibito a bar.

Tutti i partecipanti sentiti finora come persone informate sui fatti, ha fatto sapere la Procura, hanno mostrato piena collaborazione. Anche il materiale rinvenuto sul posto è stato posto sotto sequestro, come ogni altro oggetto ritenuto potenzialmente utile alle indagini.

“Al momento – sottolineano i magistrati – non ci sono elementi per ipotizzare che qualcuno abbia alterato la scena o fatto scomparire oggetti dal luogo dei fatti”. Tuttavia, ogni dettaglio continuerà ad essere oggetto di verifiche e approfondimenti.

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