Provincialismo devastante, anche la Rai ignora “Pierino”


FRANCESCO GRECO.
ROMA - C’era solo Carlo Verdone ai funerali di Alvaro “Pierino” Vitali. Cinema assente ingiustificato: produttori che con i suoi film han fatto i soldi, registi, attori. Niente di niente.

La Rai, che pure commemora cani & porci, non ha dato neanche un suo film in prima serata. Eppure Alvaro aveva cominciato col cinema d’autore.

Faceva l’elettricista e accompagnò un amico a Cinecittà al casting che Federico Fellini stava facendo per “Satyricon” (1969). Il regista lo vide e disse: “Hai una faccia che in natura non esiste…”. E lo scritturò subito.

Con lui fece anche “Roma” (1972) e “Amarcord” (1973). Forse alla Rai non lo sapevano.

Ma solo gli ingenui possono meravigliarsi del provincialismo italico. Stessa sorte era toccata a Totò, genio disconosciuto in vita, trattato come un guitto di provincia. Si dice che il Principe ne soffrisse molto. Eppure recitò anche per Pier Paolo Pasolini in “Uccellacci e uccellini” (1966).

E a Carmelo Bene, sdoganato da un articolo del filosofo Jacques Derrida su “Le Monde” (ma al genio barocco non gliene poteva fregar di meno).

Alvaro Vitali (nell’estate del 1999 con la moglie Stefania Corona presentò lo “Zecchino” di Montesardo) è stato un protagonista essenziale della commedia all’italiana (la declinazione light e a volte sexy), i cosiddetti b-movie degli anni Ottanta. I film con Edwige Fenech, Carmen Villani, Anna Maria Rizzoli, Renzo Montagnani, Lino Banfi, Bombolo, etc. Grandi incassi, critici ostili. Li consideravano spazzatura.

Furono, tanto per cambiare, extra moenia a sdoganarli. Tra il serio e il faceto, il regista statunitense Quentin Tarantino (“Pulp Fiction”, 1994) disse che da giovane l’aveva scoperti e apprezzati quando lavorava in un negozio di blockbuster: Giovannona coscialunga, Quel gran pezzo dell’Ubalda… La vedova inconsolabile, La dottoressa del distretto, Pierino, etc.

Il provincialismo devastante e paradigmatico per cui bisogna sempre farsi dettare dagli altri come stanno le cose, disse: “Però…”. E lesse quei film amati dal popolo con occhi diversi.

Evidentemente “Pierino” fu escluso dal recupero. Se questo è il format, come fu per Totò, Carmelo Bene e Lino Banfi, fra poco diranno che “Pierino” è arte e scatterà il classico italian style “L’ho sempre detto io…”.

La Rai, come risarcimento, trasmetterà almeno “Amarcord”, dove Alvaro Vitali fa il balilla che pensa alle tette della tabaccaia?

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