Gaza, il premier palestinese Mustafa: "Hamas deponga le armi e rilasci gli ostaggi"


L’ANP pronta a stabilizzare Gaza dopo la guerra

NEW YORK/GAZA – Il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa ha lanciato un chiaro appello alla leadership di Hamas, chiedendo che il movimento islamista deposi le armi, rilasci gli ostaggi e rinunci al controllo di Gaza. Lo ha dichiarato intervenendo alla conferenza delle Nazioni Unite dedicata alla soluzione dei due Stati, sottolineando che l'Autorità Nazionale Palestinese è pronta a intervenire per garantire la stabilizzazione della Striscia dopo la fine del conflitto.

Intanto non si ferma l’offensiva israeliana: nelle prime ore del mattino, almeno 14 persone sono state uccise e altre 11 ferite in nuovi raid compiuti a Gaza.

Trump smentisce Netanyahu: "A Gaza c'è fame"

Un duro colpo alla narrazione del governo israeliano è arrivato anche del presidente americano Donald Trump, che ha smentito il premier Benjamin Netanyahu sulla questione umanitaria nella Striscia. "La fame a Gaza c’è e si vede", ha detto Trump, lanciando un inedito monito alla sua amministrazione. "La popolazione sta affrontando una vera carestia", ha aggiunto, prendendo le distanze dalle posizioni ufficiali israeliane.

L’Olanda contro i ministri israeliani: “Personae non gratae”

Sul fronte diplomatico, si registra una forte presa di posizione da parte dell’Olanda, che ha dichiarato personae non gratae i ministri israeliani Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich. L'annuncio è arrivato dal ministro degli Esteri Caspar Veldkamp, citato dal Jerusalem Post: "Li registreremo come stranieri indesiderati nel sistema Schengen". La decisione, ha spiegato, è motivata dalle ripetute incitazioni alla violenza da parte dei due esponenti dell’ultradestra, dal sostegno agli insediamenti illegali nei Territori occupati e dalla promozione di idee legate alla pulizia etnica a Gaza.

Una posizione che rischia di acuire ulteriormente le tensioni tra Israele e alcuni Paesi europei, già critici sull’operato militare e politico del governo Netanyahu nella guerra in corso.

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