Da alleati a nemici in poche ore. Il rapporto tra Donald Trump ed Elon Musk, un tempo caratterizzato da stima reciproca e cooperazione strategica, sembra essersi infranto in modo irreparabile. Una frattura maturata in pubblico, a colpi di dichiarazioni, post sui social e affondi personali. L’innesco? Una serie di critiche di Musk al disegno di legge su tagli alla spesa e riforma fiscale proposto dal presidente americano.
Dalla Casa Bianca a X: l’implosione in tempo reale
"Non so se avremo più una grande relazione", ha dichiarato Trump durante una conferenza stampa con il cancelliere tedesco Merz, segnalando la fine del suo rapporto con Musk. Il presidente ha accusato il CEO di Tesla di essere "offeso" per l’eliminazione degli incentivi alle auto elettriche, ricordando anche il suo rifiuto di sostenere un candidato proposto da Musk per la NASA. "Era bravo nel Doge, ma è uscito. Sono sicuro che gli mancherà", ha aggiunto, riferendosi al dipartimento governativo per l’efficienza amministrativa.
Musk ha replicato via X, liquidando la vicenda con un “chi se ne importa” e smentendo le affermazioni di Trump: “Quella legge non mi è mai stata mostrata prima”. E in un altro post, ha definito il piano fiscale un “disgustoso abominio”, citando ironicamente un vecchio tweet del 2012 di Trump sui deficit pubblici.
Un addio con accuse esplosive
Non contento, Musk ha poi rilanciato pesantemente: “Donald Trump è nei file di Epstein. Questo è il vero motivo per cui non sono stati resi pubblici. Buona giornata, Djt!”, ha scritto su X. Un’accusa gravissima, riferita al controverso caso del finanziere Jeffrey Epstein, che nel 2020 si è suicidato in carcere dopo accuse di traffico e abuso su minori. Documenti declassificati confermano almeno due voli di Trump sul famigerato Lolita Express nel 1993 e nel 1994, ma non è noto se vi siano nuove rivelazioni ancora secretate.
La risposta di Trump, pubblicata su Truth, è una nuova bordata: “Elon stava esaurendosi. Gli ho tolto il mandato EV che nessuno voleva, e lui è impazzito”. Ma la minaccia più concreta è un’altra: “Il modo più semplice per risparmiare miliardi è tagliare i contratti governativi di Musk. Mi sorprende che Biden non lo abbia già fatto!”
Nel giro di poche ore, questa frase ha avuto effetto sui mercati: Tesla ha perso circa 150 miliardi di dollari in borsa.
Musk contro tutti: sondaggi, partiti e minacce spaziali
Nel pieno della tempesta, Musk ha rilanciato un sondaggio su X chiedendo agli utenti se sia “ora di fondare un nuovo partito politico che rappresenti l’80% della popolazione di mezzo”. In poche ore, oltre 260.000 utenti hanno votato, con l’84% favorevole.
Ma non è tutto: il patron di SpaceX ha anche dichiarato che “alla luce della cancellazione dei contratti governativi, la navicella Dragon sarà dismessa immediatamente”. Una minaccia diretta ai programmi spaziali della NASA, che si affidano a SpaceX per il trasporto verso la Stazione Spaziale Internazionale e per le missioni future verso Luna e Marte.
Il Congresso diviso, l’America spaccata
Nel frattempo, nel Congresso cresce la tensione. Laura Loomer, influencer legata al trumpismo più radicale, ha dichiarato: “Parlamentari repubblicani stanno discutendo se sostenere il presidente o Elon. È l’uomo più potente del mondo contro l’uomo più ricco del mondo.”
E mentre Musk rilancia un commento in cui si chiede l’impeachment di Trump e la sua sostituzione con JD Vance, il presidente continua a difendere la propria manovra: “Questa è una delle leggi più importanti mai presentate al Congresso. Se non passa, le tasse aumenteranno del 68%. Non ho creato questo disastro, sono qui per risolverlo.”
Uno scontro senza precedenti
Lo scontro tra Donald Trump ed Elon Musk ha ormai travolto ogni formalità politica e imprenditoriale. Quella che era una delle alleanze più inedite e strategiche della politica americana contemporanea è diventata una guerra aperta, dove la verità si mescola alle minacce, ai dossier riservati e ai post virali.
Una cosa è certa: lo scontro tra Musk e Trump è destinato a ridisegnare gli equilibri nel Partito Repubblicano, nelle big tech e forse anche nella corsa alla Casa Bianca. E stavolta, nessuno dei due sembra disposto a fare un passo indietro.
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