Cannes 2025: trionfa Jafar Panahi con A Simple Accident, Grand Prix a Joachim Trier. Tutti i vincitori della 78ª edizione


CANNES - La 78ª edizione del Festival di Cannes ha eletto i suoi vincitori in una cerimonia carica di emozione, politica e bellezza. Presieduta dall’attrice francese Juliette Binoche, la giuria internazionale composta, tra gli altri, da Halle Berry, Alba Rohrwacher, Payal Kapadia, Carlos Reygadas e Jeremy Strong, ha premiato voci autoriali provenienti da tutto il mondo, con una forte attenzione al cinema come atto di resistenza e racconto umano.


Palma d’Oro a A Simple Accident di Jafar Panahi

La Palma d’Oro, consegnata da Cate Blanchett, è andata al regista iraniano Jafar Panahi per A Simple Accident (titolo internazionale: It Was Just an Accident), distribuito in Italia da Lucky Red.

Panahi, simbolo di lotta e censura in Iran, ha realizzato il film tra mille difficoltà: anni di arresti, divieti di espatrio e sorveglianza. Il film racconta una famiglia iraniana coinvolta in un incidente apparentemente banale – investono un cane – che si trasforma in un dramma psicologico e politico, quando il padre crede di riconoscere nel meccanico un ex aguzzino del regime. Un’opera che mette in discussione verità, memoria e giustizia.

“Il cinema è vita. È pericoloso, ma necessario. Nessuno ha il diritto di dirci cosa raccontare”, ha dichiarato Panahi, accolto da una lunga standing ovation.


Grand Prix a Sentimental Value di Joachim Trier

Il Grand Prix è andato a Sentimental Value di Joachim Trier, consegnato dalla regista Coralie Fargeat. Un film profondo e intimo sulle fratture familiari, che segue Gustav (Stellan Skarsgård), un regista che tenta di ricostruire il rapporto con le figlie Nora (Renate Reinsve) e Agnes (Inga Ibsdotter Lilleaas) dopo anni di distanza.

Una pellicola sulla riconciliazione, sul fallimento e sull’amore tra genitori e figli, carica di sfumature emotive e resa con uno stile asciutto ma commovente.


Premio della Giuria ex aequo: Sirat e Sound of Falling

Il Premio Speciale della Giuria è stato assegnato ex aequo a due film molto diversi:

  • Sirat di Oliver Laxe: un road movie tra le dune del Marocco, che racconta il viaggio di un padre e di un figlio alla ricerca della figlia scomparsa. Un film visivo, spirituale, arricchito da un pensiero profondo sul dialogo interculturale.

  • Sound of Falling di Mascha Schilinski: un’opera poetica che attraversa decenni di storia tedesca seguendo quattro donne in epoche diverse, unite da una fattoria che sembra sospendere il tempo. Un inno al femminile, alla memoria e alla ciclicità della vita.


Miglior regia a Kleber Mendonça Filho per L’agente segreto

Il regista brasiliano Kleber Mendonça Filho ha vinto il premio per la Miglior regia per L’agente segreto, thriller politico ambientato nel Brasile del 1977, durante il carnevale e la repressione militare. Il protagonista Marcelo, interpretato da Wagner Moura, è un tecnico in fuga che cerca il figlio, ma trova solo violenza e controllo.

“Il cinema è la mia casa e Cannes è la sua cattedrale”, ha dichiarato Filho con commozione.


Miglior sceneggiatura ai fratelli Dardenne per La Maison Maternelle

Jean-Pierre e Luc Dardenne tornano sul podio con il premio per la Miglior sceneggiatura. La Maison Maternelle racconta la vita di cinque giovani madri adolescenti che trovano rifugio in una struttura di accoglienza. Il film, interpretato da cinque attrici emergenti, affronta maternità, marginalità e speranza con il consueto rigore sociale dei due autori belgi.


Miglior attrice a Nadia Melliti per La Petite Dernière

Premiata da Daniel Auteuil, Nadia Melliti ha vinto come Miglior attrice per la sua intensa interpretazione in La Petite Dernière, diretto da Hafsia Herzi. Nel film, Melliti è Fatima, giovane musulmana in bilico tra fede, desiderio e identità di genere. Una prova intensa che le ha fatto conquistare anche la Queer Palm.


Miglior attore a Wagner Moura per L’agente segreto

Premio come Miglior attore a Wagner Moura, noto per Narcos, per il suo ruolo in L’agente segreto. L’attore non era presente, ma il premio è stato ritirato dal regista Mendonça Filho, che ha lodato la forza e l’impegno civile di Moura, volto simbolo del cinema brasiliano contemporaneo.


Cannes 2025: un’edizione di cinema politico e umano

Questa 78ª edizione di Cannes ha confermato il ruolo centrale del festival come vetrina per un cinema impegnato, internazionale e capace di raccontare le contraddizioni del presente. Dall’Iran al Brasile, passando per la Norvegia e la Germania, il cinema torna a essere spazio di resistenza, empatia e memoria.

“Per il cuore e la tenerezza. Per la libertà ritrovata. Per la vita nuova”, ha detto Juliette Binoche nel salutare il pubblico e il vincitore, racchiudendo lo spirito di un festival che non ha avuto paura di scegliere la verità.

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