(Frederic Legrand - COMEO/Shutterstock) |
Sono tante le cose che il mainstream pudicamente tace, rapito in una nuvola di propaganda, di autosuggestione. Modulato sulla reticenza, la sociologia, la militanza, le veline, spesso il folklore.
La narrazione tace sul fatto che dal 2014, quando con quella che si definƬ “rivoluzione arancione”, ma che tanti analisti chiamano colpo di Stato, al 2022, i rappresentanti delle regioni e gli oblast orientali (Donbass, Lugansk, Kherson, Zaporijha) si sono recati innumerevoli volte al Cremlino per illustrare la situazione, ma Putin non li ha mai ricevuti, non solo perchĆ© la conosceva benissimo, ma soprattutto perchĆ© avrebbe dovuto intervenire. Cosa che poi ha fatto il 24 febbraio con l’Operazione Militare Speciale.
E qual’era la situazione? Era in atto un genocidio dei russofoni da parte degli ucraini diciamo filo-occidentali (che aspettano di entrare nell’UE e nella Nato). Ci sono video che non hanno bisogno di parole: i missili lanciati a casaccio dagli ucro-nazi uccidevano bambini che andavano a scuola, vecchi seduti alle panchine, donne con le borse della spesa. Non ci sono cifre ufficiali: i morti sarebbero dai 14 ai 20mila.
Il mainstream che chiama “resistenza” la guerra per conto terzi di Kiev e “partigiani” i nazisti, tace sul fatto che Zelenskij oggi rappresenta solo se stesso: il suo mandato - come quello del Parlamento - ĆØ infatti scaduto a maggio scorso. Si dovrebbe procedere a nuove elezioni. Ma chi le chiede? Anche per questo i Russi sono tiepidi sul tema trattative di pace: un’eventuale firma che valore avrebbe? Cartastraccia. Anche perchĆ© con un dpr Zelenskij si ĆØ legato le mani nel silenzio degli azzeccagarbugli: non puĆ² sedersi al tavolo delle trattative con i Russi.
Intanto continuano le provocazioni: il gasdotto NordStream 1 e 2 (Mosca ci dava il gas a prezzo di favore, oggi lo paghiamo a valore di mercato, tre volte di piĆ¹ e deve essere raffinato), il Ponte di Crimea, la strage alla discoteca e adesso l’incursione nel territorio russo: non bastano i droni e ora anche i missili a lunga gittata. Forse anche sotto pressione dei “falchi” del Cremlino, Putin ha mutato la “dottrina” nucleare della Federazione Russa. Mentre, colti da istinti tardo-coloniali ormai fuori tempo e patetici, ci si scandalizza per i giornalisti italiani nel mirino: sono entrati senza visto: se i colleghi russi sbarcassero a Fiumicino clandestinamente e intervistassero no-vax e putiniani, cosa direbbe l’Italia?
La Nato e l’UE intanto hanno dichiarato guerra alla Russia (ma la combatteranno usando ancora il popolo ucraino) ma ci vengono descritti insonni per la democrazia compromessa in Ucraina.
Ma intanto non ci dicono che Kiev ha chiuso tutti i partiti, tv, radio, giornali, sindacati. Combatte persino la Chiesa ortodossa, alcune sono state bruciate. Diciamo che l’Occidente sogna i 33 trilioni di materie prime nel sottosuolo ucraino? C’ĆØ un solo ucraino contro la guerra, critico col suo governo? C’ĆØ un giornalista dei fogli e le tv indipendenti formattati da Kiev? Se ci sono il mainstream dagli scarponi chiodati non li vede, li ignora ex abrupto.
Siamo in guerra dal febbraio 2022, articolo 11 della Costituzione sotto le scarpe, noi tutti scudi umani, carne da cannone, ma il mainstream fa finta di niente. Come finge di non sapere che al fronte ora mandano ragazzi minorenni, vecchi, disabili, malati di patologie cardiache e perfino oncologiche. Che i disertori che si consegnano ai Russi raccontano che i morti restano insepolti, perchĆ© cosƬ il governo non pagherĆ le pensioni alle famiglie. Ma ciĆ² non turba le democratiche coscienze occidentali, la loro etica, scosse da un sentimento tardo-coloniale ormai fuori tempo, oltre che patetico.
Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti. Ma non per noi. Il verbo “minaccia”, per esempio. Molti paesi dell’Est, del Patto di Varsavia (dissolto con l’URSS) sono stati inglobati nella Nato e armati con le testate nucleari, nonostante gli accordi di Minsk 1 e Minsk 2. Che quindi fanno ombra la Russia. PerĆ² nei titoli Putin “minaccia” l’Occidente.
L’Ucraina oggi ĆØ un paese fallito: avrebbe bisogno di 500mila uomini, non li ha e i cervelloni di Nato e UE pensano di “trovarli” in Europa. Fingono di non sapere che contro la Russia combattono ben 51 paesi, mercenari inclusi. Come il fatto che un accordo per la pace Erdogan lo aveva trovato giĆ nel 2022, dopo poche settimane di guerra. Ma Boris Jhonson, la Cia e Biden lo hanno stracciato. Nel frattempo Viktor OrbĆ n (Ungheria) che ha sondato i leader in giro per il mondo, ĆØ stato trattato come lo scemo del villaggio, sconfessato come presidente di turno UE e dichiarato putiniano. Tutto tragicamente “normale”. Nessuno scandalo per i fondi russi nelle banche occidentali trasformati in armi per l’Ucraina nĆØ per i cercapersone trasformati in bimbe che hanno ucciso gli Arabi: chi piĆ¹ si fiderĆ di noi? Chi comprerĆ brand elettronici? Andranno dai Cinesi, gli Indiani… Ci stiamo suicidando ma la narrazione ĆØ rassicurante, la Russia sarĆ sconfitta.
Tante cose il mainstream censura. La fine dell’Occidente sta anche nell’aver relativizzato le parole, pace in primis: ciĆ² rappresenta una lacerazione alla sua coscienza, una crasi dell’identitĆ , la Storia, il futuro.
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