Il momento più atteso dell'anno nella filiera Amorim è già arrivato: nelle foreste di quercia da sughero (quercus suber - lat.) dell'Alentejo, luogo incontaminato del Portogallo, la decortica, ovvero la delicata operazione di rimozione della corteccia dalla quercia, viene anticipata a causa del cambiamento climatico. L'attività si trova a fare i conti con una precoce produzione della linfa tra corteccia e tronco: questa rappresenta la condizione ideale per il distacco senza traumi alla pianta, pertanto, tutta la filiera aziendale si adegua e inizia fin dall'inizio del mese di maggio le operazioni.
Il ciclo del tappo di sughero inizia, quindi, con questo processo che ancora oggi viene svolto per la maggior parte a mano da squadre di decorticatori locali, che si tramandano un sapere artigiano di generazione in generazione, mantenendo in vita quella che ad oggi è l'attività artigianale più remunerata al mondo, proprio per via dell'alta specializzazione richiesta e per la poca disponibilità di personale qualificato. In loro supporto Amorim ha brevettato una macchina per agevolare e velocizzare l’operazione di raccolta del sughero, composta da una sega circolare intelligente che capisce lo spessore della corteccia ed esegue un taglio preciso e veloce. La dedizione dei decorticatori è totale: si avvalgono di una piccola accetta, fanno leva con un apposito manico e distaccano il sughero. Compiono un lavoro certosino perché ogni ferita più profonda del necessario inferta alla pianta potrebbe causare danni, la morte anche, di sicuro l’improduttività . La particolarità di questo ruolo sta anche in una forma di attenzione contro la desertificazione sociale, che altrimenti affliggerebbe queste zone, così lontane da territori in cui l’industrializzazione o l’urbanizzazione sono più rilevanti. La decortica ha anche una valenza per la pianta stessa, equivale alla tosatura di una pecora, perché le permette di non accumulare sughero all'esterno e quindi di evitare l’effetto isolante e di rigenerarsi ciclicamente, in modo più equilibrato.
A contrasto della desertificazione climatica, inoltre, in un’epoca in cui gli alberi faticano a trovare letteralmente “terreno fertile” per una crescita spontanea, situazione tipica delle sugherete, Amorim sta piantando 400.000 querce da sughero per arrivare, tra il 2022 e il 2025 a 1.500.000 nuovi alberi.
Ha inoltre acquistato nuovi ettari di foreste storiche per tutelarle e già da diversi anni, con un innovativo sistema di irrigazione goccia a goccia, assicura una crescita più sana e rapida alle querce. Un rimboschimento rapido, a ottimizzazione anche della risorsa idrica, sempre più a rischio, senza considerare la piantumazione aggiuntiva portata avanti negli anni, a popolare oltre 8.000 ettari di terreno. Infine, Amorim è anche precursore di un progetto di recupero del 95% delle ghiande che oggi vengono perse, per farne farine gluten free, ideali per diverse tipologie di diete.
Con un avvio di filiera così attento e sostenibile, la tecnologia e la scienza, poi, non possono che migliorare ulteriormente il sughero, vero e proprio dono della Natura messo al servizio della produzione umana.
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