Allarme al carcere di Uta: un detenuto si suicida


CAGLIARI - Un altro tragico episodio di suicidio si è verificato all'interno di un carcere in Sardegna. Un uomo di 32 anni, originario della Sardegna e afflitto da tossicodipendenza, è stato trovato senza vita questa notte nella Casa circondariale di Uta, Cagliari. Il detenuto, che era stato rinchiuso solo da pochi giorni dopo essere uscito temporaneamente in libertà, si è tolto la vita impiccandosi nonostante i tentativi disperati del personale di polizia e dei soccorritori sanitari presenti.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ha espresso profonda costernazione per questo nuovo luttuoso evento, sottolineando come ogni suicidio in carcere rappresenti una sconfitta per lo Stato e per coloro che lavorano quotidianamente in questa difficile realtà.

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria ha ribadito la necessità di interventi urgenti per affrontare la costante tensione che si vive nelle carceri italiane. Capece ha suggerito la creazione di un nuovo sistema penitenziario articolato su tre livelli: il primo, dedicato ai reati meno gravi con pene detentive fino a 3 anni, prevedrebbe alternative alla detenzione come la messa alla prova; il secondo livello riguarderebbe le pene superiori ai 3 anni, da scontare in istituti meno affollati grazie all'efficacia del primo livello; infine, il terzo livello sarebbe riservato ai detenuti considerati di massima pericolosità, dove il contenimento in carcere sarebbe l'obiettivo principale.

Il SAPPE sottolinea l'importanza di ridefinire l'intero sistema penitenziario, proponendo sanzioni diverse per determinate condotte al fine di alleviare il sovraffollamento carcerario e garantire una maggiore separazione dei detenuti. Inoltre, si riafferma il ruolo della Polizia Penitenziaria nell'assicurare il controllo efficace dei soggetti sottoposti a misure alternative alla detenzione, oltre ai suoi compiti tradizionali di prevenzione e sicurezza.

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