ROMA - "Una manovra da 24 miliardi (che sale a 28 con gli altri provvedimenti collegati) e che rinvia alcuni grandi progetti a tempi migliori, con l'eccezione dell'avvio della nuova Irpef, che accorpa le prime due aliquote Irpef, e la conferma del cuneo fiscale, entrambe coperte, ma per il solo 2024, con una quindicina di miliardi di euro. A trarne beneficio saranno i redditi medio-bassi". Inizia così una riflessione sulla legge di Bilancio varata dal Governo da parte di Ubaldo Livolsi, professore di Corporate Finance e fondatore della Livolsi & Partners S.p.A., nel nuovo appuntamento con la sua rubrica con l'agenzia Dire, curata da Angelica Bianco.
"Ci sono altre decisioni importanti- continua- più o meno significative, più o meno strategiche: la spending review dei ministeri per arrivare a due miliardi (e chi non lo farà subirà tagli lineari del 5%), il taglio lineare alle detrazioni da 260 euro per chi ha un reddito complessivo superiore a 50.000 euro, una maxi deduzione per chi assume a tempo indeterminato, con una corsia privilegiata per giovani, donne ed ex percettori di reddito di cittadinanza. E ancora: l'azzeramento dell'Ace, l'agevolazione dell'aiuto alla crescita economica, introdotta nel 2011 dal Governo Monti, aiuti alla famiglia con sostegni agli asili nido e busta paga più alta per le madri che hanno due o più figli, sette miliardi per il rinnovo dei contratti pubblici di cui due per la Sanità. Da segnalare anche il taglio del canone Rai da 90 a 70 euro, rivendicato in particolare dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini".
"Il disegno di legge di Bilancio è stato approvato la settimana scorsa in tempo record in Consiglio dei ministri per trasmettere l'idea di compattezza della coalizione che dà vita al Governo di Giorgia Meloni e dare il messaggio, internamente alle opposizioni e esternamente al mercato, che il provvedimento farà il suo corso in Aula senza troppi scossoni ed emendamenti- dice ancora Livolsi- ma nei giorni successivi diversi esponenti della stessa maggioranza legati alla Lega e a Forza Italia hanno preannunciato cambiamenti e aggiustamenti. È una manovra diversa da quella preannunciata nel programma elettorale dei partiti della coalizione di Governo. Manca una forte riduzione delle tasse e soprattutto le bandiere di Salvini: la flat tax e il mantenimento di quota 103 ('Anche se non è una quota 104 piena...', ha ricordato il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti). Va anche detto che flat tax e superamento della Legge Fornero rimangono comunque un obiettivo di legislatura per il leader della Lega. Il Governo della premier Meloni deve fare i conti con la situazione ereditata, assai critica. Come ha ricordato la stessa presidente del Consiglio: 'Sono molto fiera - ha dichiarato - di questa manovra, molto seria e realistica, che concentra le risorse su alcune priorità. Il quadro è complesso, per i maggiori interessi sul debito si spenderanno 13 miliardi e altri 20 per il Superbonus'".
"A ciò si aggiungano- continua l'analisi di Livolsi- le previsioni sul Pil in calo, il rischio recessione e l'incertezza del contesto internazionale, con il nuovo conflitto in Medio Oriente, che va ad aggiungersi a quello in Ucraina. Per noi che sosteniamo che non può esserci sviluppo e crescita senza il contributo delle imprese, se è vero che la manovra prevede incentivi per le aziende che aumentano il numero dei dipendenti a tempo indeterminato - più alti se sono giovani, donne con almeno due figli minori, disoccupate, e gli ex percettori del Reddito di cittadinanza - sparisce l'Ace, l'Aiuto alla crescita economica delle imprese, che premiava l'autofinanziamento. Visto che l'Ace valeva 4,6 miliardi, e la super deduzione per i nuovi assunti uno, il piatto piange. È anche vero che il Governo fa trapelare che novità importanti a vantaggio delle imprese arriveranno dal decreto del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in discussione in Parlamento sugli incentivi sugli utili reinvestiti".
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