È ricominciata la scuola, un film che fa paura a tanti bambini: come costruire un lieto fine, nonostante il Covid-19?


BRESCIA. La giornata del 14 settembre 2020 resterà nella memoria di tutti, non solo di studenti e dei loro genitori. "Quest’anno la ripresa della scuola in presenza" secondo la psicologa di Brescia, Doriana Galderisi "rappresenta la riapertura della fiducia, della voglia di vivere e di farcela riprendendo il controllo delle proprie vite", dopo sette mesi di lezioni a distanza e vacanze.

Per molti studenti però non ci saranno squilli di trombe e di gioia, dato che sono molte le situazioni di criticità psicologica che i ragazzi devono affrontare.

"Temo che in cima alla top ten dei dischi più venduti ci possa finire presto il Back to School Blues, la tristezza del ritorno a scuola" continua Galderisi.

Le criticità vanno dalla Nosofobia, cioè la paura del contagio, alla Kainofobia, l’ansia per le novità, dall’Ansia da separazione per il distacco dai genitori, alla sindrome FoMO ovvero Fear of Missing Out – paura di essere tagliati fuori. Per continuare verso patologie tipiche degli studenti ma aggravate dalla situazione, come la Atelofobia, la paura di non essere capaci di imparare e di non essere all’altezza, che spesso si accompagna con il blocco dello studente. Problemi a cui si aggiungono le difficoltà di riorganizzare orari, impegni, regole e gioco.

"L’ansia, le preoccupazioni e le paure possono dar vita anche a malesseri fisici veri e propri", continua Galderisi, "che possono mandare in tilt i ragazzi. Si tratta del rischio di una crisi psico – fisico – emotivo – comportamentale da rientro a scuola che possiamo chiamare sindrome dello Student Burn Out. È una deriva psicopatologica della normale difficoltà di adattamento perché questa situazione di emergenza è più complessa dei rientri normali. L’eccessivo stress è il livello di allerta che circostanze come questa possono produrre, a cui poi conseguono sintomi psicofisici emotivi".

Come fare per aiutare gli studenti a ridurre lo stress, l’ansia, le paure, prima che diventino malesseri fisici veri e propri?

I genitori possono fare molto, secondo la psicologa Galderisi.

"Possiamo darci delle semplici regole, e vorrei indicarne principalmente tre. Per prima cosa è importante la gradualità, ovvero prendersi del tempo per fare le cose, usare il ritmo giusto. È importante poi rassicurare spesso i bambini e i ragazzi. Infine, offrire dialogo e comunicazione, in modo chiaro e sincero".

Consigli che la dottoressa vuole offrire anche agli insegnanti, "a cui voglio dedicare un pensiero particolare, ovvero un ringraziamento sia per lo slancio e la forza che mettono in quest’avventura, sia per l’aiuto che danno alla formazione di cuore e menti dei nostri giovani futuri cittadini".
Anche in questo caso, la "ricetta magica" per gli insegnanti per vivere un rientro a scuola alla grande è divisa in tre punti:

- Fare lezione a velocità di crociera, senza fretta, pian piano; saranno necessarie delle tappe per riconquistare la fiducia dell’alunno, fiducia sia verso se stesso che verso la relazione con l’insegnante;
- Usare delle parole di incoraggiamento, come se fossero delle "coccole" non fisiche ma parole che siano in grado di dare fiducia agli allievi di tutte le età;
- Trasformare la classe in una sorta di talk show, dove si possa dare spazio al dialogo, dare voce a ciascuno per renderlo protagonista della costruzione del proprio oggi e del proprio domani; ascoltarsi, parlare intervistare sentire quel che ciascuno ha da dire rasserena e aiuta a riconoscersi.

L’inizio di quest’anno scolastico è un’incognita per tutti, non essendoci un precedente del genere. Nei prossimi interventi la psicologa Galderisi promette di continuare a trattare gli aspetti didattici da affrontare alla luce di questa nuova situazione scolastica.

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