"Bimbi non soffrano più", Trump bombarda la Siria

(ANSA/AP)
di BEATRICE GALLUZZO - Alle ore 2,40 di questa notte (ora italiana) 59 missili Tomahawk,nel corso di un azione che porta la firma di Washington, hanno raggiunto, lanciati da due portaerei situate nel Mediterraneo, la base militare siriana di Al Shayrat, da cui martedì scorso erano partiti gli aerei che avevano causato l'attacco chimico nella provincia di Idlib.  

E' evidente che Trump ce la sta mettendo tutta per dimostrare di essere l'uomo forte della situazione. Il Presidente ha motivato l'attacco con la volontà di punire Bashar Al Assad per l'attacco chimico di questa settimana, e ha chiesto che il mondo si unisca agli USA per mettere fine al flagello del terrorismo. Si evince un netto cambio nella linea politica statunitense, dal momento che solo una settimana fà Sean Spicer alla Casa Bianca definiva Assad "una realtà politica", e chiaramente era stato anche detto che non rientrava nelle priorità USA destituire il Presidente siriano.

La politica del taglione dell'amministrazione Trump ha però risvegliato le ire di Mosca, alleata del Regime di Damasco, secondo cui l'azione unilaterale di Trump viola le leggi internazionali ed è classificabile come aggressione contro uno Stato sovrano. Vladimir Putin ha quindi chiesto d'urgenza una riunione del Consiglio di sicurezza dell'ONU.

L'azione ha comunque ricevuto consensi da diversi capi di Stato, per esempio Theresa May, che l'ha giudicata "adeguata", ma anche Israele, il Giappone e l'Arabia Saudita danno il loro appoggio al raid aereo di questa notte. In una nota congiunta Angela Merkel e Francoise Hollande hanno rinnovato l'impegno congiunto alla lotta contro i crimini internazionali e le armi chimiche.                                      

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