Gentiloni: "Sul caso Regeni l'Italia vuole la verità"

"Sul caso Regeni l'Italia dal governo egiziano vuole la verità, ossia l’individuazione dei responsabili. Ci si può arrivare da un lato esercitando una pressione politico diplomatica costante, cosa che abbiamo fatto e stiamo facendo e che costituisce un deterrente contro verità di comodo, dall’altro con una collaborazione investigativa. Quest’ultima a nostro avviso deve fare un salto di qualità, perché anzitutto non sono stati consegnati tutti i documenti e materiali che abbiamo richiesto. Inoltre occorre poter svolgere almeno una parte delle indagini insieme. La collaborazione non può essere solo formale. 
Lo stillicidio di piste improbabili moltiplica il dolore della famiglia e offende il Paese intero" ha dichiarato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in un'intervista al Corriere della Sera "Di fronte alla mancanza di collaborazione valuteremo le misure possibili, ma noi ci auguriamo che i rapporti tra Italia ed Egitto possano dar luogo al salto di qualità necessario. Se non ci fosse, ripeto, saremmo prontissimi a trarne le conseguenze. Sulla Libia lavoriamo per ampliare la sua base di sostegno politico. Tutto questo deve avvenire in tempi ragionevoli, altrimenti si rischia di far prevalere l’impostazione di chi sostiene che stabilizzare la Libia è una chimera e quindi bisogna far partire una campagna aerea massiccia contro le postazioni jihadiste. Di fronte agli attentati di Bruxelles servono risposte di sicurezza, ma che queste non esauriscono il nostro compito. La sfida è culturale, sociale, politica, di dialogo con le comunità islamiche e di isolamento dei terroristi, oltre che di condivisione di intelligence".

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