Bagnasco: "Dalla Chiesa impegno per i migranti"

«Anche nelle situazioni più difficili, il Papa ci indica le vie concrete del Vangelo. Mi ha fatto tornare alla mente la visita da lui compiuta un paio d’anni fa al Centro Astalli di Roma, quando - dopo aver ringraziato per i tanti servizi ecclesiali, pubblici e privati che accolgono i richiedenti asilo - ha affidato tre verbi: 'servire', chinandosi su chi ha bisogno e tendendogli la mano, senza calcoli, senza timore, con tenerezza e comprensione; quindi, 'accompagnare', nella ricerca del lavoro e nell’inserimento sociale per contribuire a far crescere una cultura dell’incontro e della solidarietà, a partire dalla tutela dei diritti umani; e, infine, 'difendere', mettendosi dalla parte di chi è più debole. Le parole pronunciate oggi (ieri, ndr), in sintonia con quello che scrive nella Bolla d’indizione del Giubileo della Misericordia, allargano ancor più l’appello». Lo afferma il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, in un'intervista al quotidiano "La Repubblica" in edicola oggi, in merito all'appello rivolto ieri dal Papa alle parrocchie per l'accoglienza dei profughi.
«Sono testimone di un notevole movimento in tutte le diocesi, pur in mezzo a situazioni strutturali e socio-culturali non facili - spiega Bagnasco -. Sono 6 milioni i pasti assicurati ogni anno dalle nostre mense e 15 mila i servizi rivolti a persone povere: servizi aperti a tutti, abbracciano senza fissa dimora, coniugi che si trovano in strada dopo una separazione, vittime dell’Aids o del disagio psichico. Sul fronte più specifico degli immigrati, non sono poche le Chiese che si sono pronunciate e sono attive nell’accoglienza».
Per il presidente della Cei «le resistenze - se ci sono - sono dentro la coscienza di ciascuno: educarsi all’accoglienza è un impegno che non può mai essere dato per scontato né per assodato. Una sfida particolare, posta a tutti, è la promozione dell’incontro tra i popoli e le culture, nel rispetto delle identità e delle legittime differenze. Si tratta di aiutare a superare paure, pregiudizi e diffidenze, che a volte si manifestano anche in forme di intolleranza e di conflitto».
«Siamo all’interno di una svolta epocale che, in quanto tale, esige risposte che siano all’altezza di ciò che stiamo vivendo; le sole, tra l’altro, che possono costituire un reale antidoto anche al terrorismo - sottolinea Bagnasco -. Ne è parte l’impegno a rivedere gli accordi di Dublino e a varare una nuova normativa sul diritto d’asilo europeo. Teniamo presente che tutte le volte che il nostro Continente ha saputo abbattere i muri è cresciuto non soltanto sul piano della solidarietà, ma anche su quello sociale».

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