Renzi: "Devo riprendermi il partito, fosse per me stop alle primarie"

ROMA. "Queste elezioni dicono con chiarezza che con il Renzi 2 non si vince. Devo tornare a fare il Renzi 1. Infischiarmene dei D’Attorre e dei Fassina e riprendere in mano il partito". A dirlo il premier e segretario del Pd, Matteo Renzi, dopo l'esito dei ballottaggi e in generale delle amministrative, in un colloquio con La Stampa sottolinea che "una cosa è certa: le primarie sono in crisi. Dipendesse da me, la loro stagione sarebbe finita".

Comunque, osserva Renzi, "i miei giudizi sul voto di domenica non sono in bianco e nero. In alcuni casi, è vero, perdiamo per mancanza di organizzazione. In altri però, come a Mantova, vinciamo dove la Lega è forte. La verità è che ormai la gente vota come le pare, sulla base della persona". Quanto al governo, invece, Renzi sottolinea come "abbiamo fatto cose tecnicamente straordinarie: lavoro, giustizia, legge elettorale, divorzio breve, diritti civili. Anche l’immagine all’esterno è molto migliorata. Non siamo più i malati di Europa e durante l’ultimo G7 gli elogi pubblici di Obama alle nostre riforme sono stati quasi imbarazzanti. E basterebbe dare uno sguardo alle pratiche che abbiamo ereditato per capire che non è affatto vero che Letta era più competente di me, come ha scritto qualcuno". Ecco quindi che "da oggi le riforme sono più vicine, non più lontane. Adesso dovrò aumentare i giri, non diminuirli".

Ma per recuperare il consenso perduto Renzi sa che deve governare anche il Pd. "Devo tornare a fare il Renzi pure lì. E farlo davvero. Infischiandomene delle reazioni per aprire una discussione dentro il mio partito. Al governo non c’è mai stata un’infornata di persone in gamba come a questo giro. Penso alle nomine che abbiamo fatto. La vera accusa che mi si dovrebbe rivolgere non è di avere messo i miei al governo, ma di non averli messi nel partito". Infine, ribadisce: "Non ho messo bocca perché pensavo che astenermi fosse un presupposto per stare tutti insieme. E poi ci siamo dimenticati cosa scrivevano di me? L’arroganza al potere, la democratura, ma adesso basta, si cambia".

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