Renzi: "Avanti tutta fino al 2018"

ROMA. Momento complicato per l’Italia? «No, è un bel momento, con buona pace dei gufi e dei profeti di sventura. L’occupazione sale di 200 mila unità. La crescita ha di nuovo il segno più, i consumi segnano un risveglio. Veniamo da un G7 dove non eravamo più il problema, ma parte della soluzione. La fame di Italia nel mondo tira l’export come non mai. E l’Expo che doveva essere un disastro annunciato è un fiore all’occhiello. Potrei proseguire con esempi di tutti i tipi. Eppure il dibattito politico interno è incartato solo sulle cose che non vanno. Sembra che una parte della classe dirigente di questo Paese non viva senza ricorrere alla paura. Del diverso, dell’immigrazione, del futuro. Ma noi abbiamo scommesso sul coraggio, non sulla paura, e dunque avanti tutta». Lo sostiene il premier Matteo Renzi, in una lunga intervista al Corriere della Sera in edicola oggi.

L'immigrazione «guai a sottovalutarla - spiega Renzi -. È un tema grave e - diciamolo chiaro - le risposte che l’Europa sta dando sono insufficienti. Redistribuire solo 24 mila persone è quasi una provocazione. Nei prossimi giorni ci giochiamo molto dell’identità europea e la nostra voce si farà sentire forte perché è la voce di un Paese fondatore. Se il consiglio europeo sceglierà la solidarietà, bene. Se non lo farà, abbiamo pronto il piano B. Ma sarebbe una ferita innanzitutto per l’Europa. Vogliamo lavorare fino all’ultimo per dare una risposta europea. Per questo vedrò nei prossimi giorni Hollande e Cameron e riparlerò con Juncker e Merkel. In Europa va cambiato il principio sancito da Dublino II e votato convintamente da chi oggi protesta contro il nostro governo. La comunità internazionale è responsabile di ciò che accade in Libia in ragione dell’intervento di 4 anni fa e della scarsa attenzione successivamente dedicata al tema. Se la Libia non trova un assetto istituzionale, diventa la calamita per fanatici e terroristi e dunque ci stiamo giocando una partita di portata storica. La vogliamo affrontare con la serietà di un Paese che è una potenza mondiale o inseguendo chi fa tweet sulla scabbia e propone di sparare al primo che passa? Torniamo al buon senso».

Alla domanda se si riferisca a Matteo Salvini, il presidente del Consiglio risponde così: «Certo che mi riferisco a lui. Strillare di epidemie significa procurare allarmismo ma tutti i report medici dicono che non è così. Se volessimo fare polemica, potremmo criticare il fatto che la Lega a Strasburgo ha votato contro la proposta di aiutare l’Italia ridistribuendo le quote di immigrati: il colmo! Ma non è tempo di divisione: ieri ho chiamato Zaia e Maroni. Ho offerto e chiesto collaborazione istituzionale».

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