Calcio. Arresti e corruzione: terremoto alla Fifa

ZURIGO. Sette arresti, 14 incriminazioni, tangenti per 150 milioni di dollari dal '91 a oggi e un'indagine ancora in corso che tocca anche l'assegnazione dei Mondiali del 2018 e del 2022 rispettivamente a Russia e Qatar. A due giorni dal Congresso che eleggerà il nuovo presidente, in corsa Joseph Blatter che è in carica dal '98 e il principe Alì Bin al-Hussein di Giordania, un terremoto scuote la Fifa.

Tutto ha inizio alle 6 del mattino, con una retata al "Baur au Lac Hotel" di Zurigo, elegante albergo con vista su lago e Alpi. In manette finiscono in sette: Jeffrey Webb, vicepresidente Fifa e numero uno della Concacaf, Eduardo Li, membro dell'Esecutivo Fifa, Julio Rocha, Costas Takkas, l'ex presidente Conmebol e anche lui vicepresidente Fifa Eugenio Figueredo, Rafael Esquivel, a capo della Federcalcio venezuelana, e Jose' Maria Marin, fino allo scorso mese alla guida della Federazione brasiliana. Un altro arresto è in corso nella sede della Concacaf, la Confederazione di Centro e Nord America, e fra le persone incriminate risultano anche l'ex numero uno della Concacaf, Jack Warner, e il paraguaiano Nicolas Leoz, fino al 2013 al vertice della Conmebol. Una maxi-operazione, con tanto di richiesta di estradizione, frutto della collaborazione fra giudici americani e svizzeri. Due, infatti, le inchieste.

Una è condotta dal dipartimento di giustizia statunitense e vede i 14 incriminati, fra cui anche funzionari legati al mondo del marketing statunitense e sudamericano, sotto accusa per associazione a delinquere, estorsione, riciclaggio di denaro sporco e frodi telematiche. Secondo gli inquirenti, in arco di tempo che copre dunque gli ultimi 24 anni, i dirigenti arrestati avrebbero intascato oltre 150 milioni di dollari in tangenti per la concessione dei diritti mediatici, di commercializzazione e di sponsorizzazione legati a tornei internazionali. Fra questi le qualificazioni mondiali della zona Concacaf, la Gold Cup, la Coppa America, la Libertadores ma anche l'assegnazione dei Mondiali del 2010 e le elezioni per la presidenza della Fifa che si sono tenute nel 2011. Quello che emerge è "una corruzione dilagante, sistemica e che affonda le sue radici all'estero e qui negli Usa - le parole del procuratore generale statunitense, Loretta Lynch - Coinvolge almeno due generazioni di dirigenti che hanno abusato delle loro posizioni per intascare milioni di dollari in  tangenti".

"Dopo decenni di quella che sospettiamo essere una corruzione sfacciata, il calcio internazionale ha bisogno di un nuovo inizio - le parole di Kelly T. Currie, procuratore del distretto di New York - Sia chiaro: questo non e' il capitolo finale della nostra indagine". A portare avanti l'inchiesta, da tre anni a questa parte, l'Fbi visto che i reati si sarebbero consumati su suolo americano, pagamenti compresi, e a dare una svolta sarebbe stata la presa di posizione di Michael Garcia, incaricato dalla Fifa di indagare sull'assegnazione dei Mondiali del 2018 e del 2022 a Russia e Qatar. Indagine che secondo la Comissione etica della Fifa non aveva rivelato alcuna irregolarita' mentre Garcia sosteneva che del suo rapporto era stata fatta una lettura "erronea e incompleta", tanto da rassegnare le dimissioni.

E proprio l'assegnazione di quelle due edizioni della Coppa del Mondo è invece al centro di un secondo filone, di competenza del ministero pubblico elvetico. Su denuncia presentata dalla stessa Fifa il 18 novembre scorso, è stata "avviata contro ignoti un'indagine penale" per "sospetto di amministrazione infedele e riciclaggio di denaro". Per la magistratura elvetica "sussiste il sospetto che nell'assegnazione dei Mondiali siano state commesse delle irregolarita'. In base a tali sospetti, le rispettive appropriazioni indebite avrebbero avuto luogo, perlomeno in parte, in Svizzera. In seguito all'odierno sequestro degli incarti, 10 persone che, in qualita' di membri del Comitato Esecutivo 2010 avevano partecipato alla selezione dell'assegnazione dei Mondiali del 2018 e 2022, saranno interrogati in qualita' di persone informate sui fatti".

Una doppia bomba, insomma, che travolge la Fifa anche se Walter Di Gregorio, responsabile delle comunicazioni, ha voluto sottolineare che nel secondo caso è stata proprio la Federazione internazionale a far partire il tutto. "Questa inchiesta per la Fifa e' un bene - le sue parole - perche' ci sara' pulizia dopo quello che e' successo negli ultimi anni. In questo caso la Fifa e' la parte danneggiata, e' vittima delle circostanze".

Nè Blatter, che secondo le prime indiscrezioni del mattino risultava indagato, nè il segretario generale Jerome Valcke "sono coinvolti in questo procedimento". Spazzati via anche i dubbi su possibili rinvii del Congresso: "ci sara', andremo avanti col programma e ci saranno le elezioni", ha aggiunto Di Gregorio, escludendo anche conseguenze per i Mondiali in Russia e Qatar perchè "ad oggi l'assegnazione non e' messa in discussione". Ma non sono da escludere altri colpi di scena, magari già venerdì dove il principe Alì ("oggi è un giorno triste per il calcio", il suo commento) spera di sovvertire i pronostici e impedire a Blatter di ottenere il suo quinto mandato. A dargli una mano di sicuro la Uefa, "stupita e rattristata" per quanto accaduto e che prima della finale di Europa League terrà una riunione informale dell'Esecutivo a Varsavia. (ITALPRESS)

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