Governo: "Le riforme potranno produrre un impatto complessivo sulla crescita del 3,6% nel 2020"

ROMA. Il bilancio dell'Italia per il 2015 è stato oggetto di una prima valutazione delle istituzioni europee lo scorso novembre. Il bilancio preventivo presenta una deviazione dal percorso di aggiustamento del saldo strutturale e di riduzione del debito previsto dalle intese raggiunte nelle sedi europee. Per questa ragione la Commissione ha chiesto al Governo italiano informazioni aggiuntive sulle misure di politica economica adottate per accelerare l'uscita dalla crisi, e sui fattori - interni ed esterni - che giustificano tale deviazione. Il Governo ha condiviso con le istituzioni europee i propri programmi economici e quelli relativi alle riforme strutturali, nell'ambito di un dialogo costante e costruttivo che si è sviluppato durante i mesi scorsi. In particolare, il Governo ha illustrato alla Commissione europea i fattori rilevanti che hanno influenzato l'andamento del debito pubblico, tali da spiegare la deviazione dal percorso di riduzione già programmato.

Il Governo ha spiegato il programma delle riforme strutturali, con il cronoprogramma di attuazione e l'impatto macroeconomico delle riforme stesse. In particolare, come si legge nel documento inviato dal Mef alla Commissione Ue relativo alle "Riforme strutturali in Italia dal settembre 2014", le riforme avviate potranno produrre un impatto complessivo sulla crescita del 3,6% nel 2020, mentre per lo stesso periodo l'Ocse stima l'impatto al 3,3%.

L'area d'interventi in cui gli effetti avranno più benefici sulla crescita del Pil è il mercato del prodotto, i cui effetti vanno dal +1,1% per il governo fino a +1,5% secondo la valutazione dell'Ocse. Inoltre, l'azione di riforma del mercato del lavoro potrà stimolare la crescita del Pil di circa l'1% nel 2020, così come prevede la valutazioni dell'Ocse. Le riforme della P.A. e del sistema giudiziario sono stimate portino un aumento del Pil dello 0,6% in base alla valutazione Ocse e di +1,4% nella valutazione del governo. Stime dell'Ocse suggeriscono che entro cinque anni il Pil crescerà del 3,5% grazie alle riforme, attraverso il miglioramento della produttività e dell'occupazione.

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